E’ credibile un torneo che attribuisce al Raja Casablanca il titolo di campione (o anche di vicecampione) del mondo 2013?
“Del Casablanca, a meno che mandi in campo Humphrey Bogart, non credo sentirò mai più parlare. Forse un giorno questa competizione varrà qualcosa in più”. Questa la risposta di Jurgen Klopp a chi gli chiedeva un commento sul quasi sicuro successo del Bayern nella finale della Fifa Club World Cup 2013. Quasi certamente il tecnico del Borussia Dortmund non avrebbe detto le stesse cose se in finale ci fossero stati i suoi, ma ha colto nel segno.
BOOMERANG RAJA. L’edizione 2013 si avvia a conclusione con una finale inedita, che opporrà il Bayern Monaco campione d’Europa al Raja Casablanca campione del Marocco, nazione ospitante. L’exploit del Raja, che ha eliminato nell’ordine i campioni d’Oceania (Auckland City), della Concacaf (Monterrey) e poi del Sud America (Atletico Mineiro), ha avuto una doppia conseguenza: da un lato ha stemperato le critiche alle partite che precedono la finale, considerate inutili vista la superiorità delle formazioni europee e americane, dall’altro ha confermato la superficialità con cui le “big” affrontano questa competizione.
SBADIGLI. Nessuna squadra tedesca ha mai vinto questo trofeo e il Bayern, al 99,9%, colmerà la lacuna ma attesa e atmosfera non sono quelle che precedono un evento storico. Tutto troppo scontato. Per questo si sprecano le acrobazie della Fifa e dei protagonisti per inventare motivi di interesse e alimentare aspettative che proprio non ci sono. Giudizio troppo severo? No. E pesa molto ammetterlo per una testata come la nostra, l’unica che segue ogni fase di tutte le Champions League del pianeta. Per Lechampions il Mondiale per club dovrebbe essere la manifestazione clou della stagione. Dovrebbe… Purtroppo non lo è. Non ancora, almeno.
Questo torneo fatica a ricevere attenzione e soprattutto a ottenere credibilità. Tante le critiche: superfluo, poco pathos, troppo squilibrio, calendario sbagliato, etc. Eppure in palio c’è il titolo di squadra campione del mondo, possibile valga così poco?, possibile conti meno del campione continentale? Se sì, e la risposta è sì, c’è qualcosa che non va e va corretta.
MEGLIO PRIMA. Marcello Lippi, tecnico del Guangzhou Evergrande, umiliato dal Bayern in semifinale, ha auspicato il ritorno a una partita secca. Nella sfida coi tedeschi i campioni d’Asia non sono riusciti a effettuare nemmeno un tiro nello specchio della porta bavarese, giusto due tentativi a lato. L’ex ct azzurro spiega: “E’ bella l’idea di avere tutti i campioni continentali che si affrontano, ma la verità è che il divario è ancora molto grande. Sarebbe molto più affascinante ritornare alla sfida tra i campioni d’Europa e del Sud America. Gli altri non sono ancora alla loro altezza”.
INSISTERE. Vero ma non siamo d’accordo. L’idea di mettere a confronto i campioni continentali non va accantonata, ma migliorata. Non è necessario stravolgere la formula base ma bisogna innalzare il livello delle partecipanti, in modo da ampliare il numero delle favorite e aumentare così interesse e competitività.
PROPOSTA. La nostra idea. Otto partecipanti: i sei campioni continentali, la vincitrice dell’anno prima e la finalista della Champions della Confederazione col ranking Fifa più alto. Non ci sarebbe più la squadra campione nazionale del Paese ospitante e tutte le squadre dovrebbero giocare dai quarti, disputando così lo stesso numero di partite per vincere il torneo. In questo modo almeno metà delle partecipanti avrebbe chances reali di successo. Se questa proposta fosse stata applicata in questa edizione, accanto aI sei campioni continentali avremmo avuto anche Corinthians (campione uscente) e Borussia Dortmund (finalista della Champions Uefa, la confederazione al momento col ranking più alto). Alzi la qualità, salgono curiosità, considerazione e prestigio. Automatico.

Gianni Serra
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