Nessuna squadra inglese in semifinale. Nessuna finale Rooney contro Messi. Nessuna rivincita della finale 2009. Niente di niente.
Per il Manchester United il 3-2 contro il Bayern è peggio di una sconfitta, è il triste presagio di una stagione piena di traguardi, che si annunciava trionfale e nel giro di cinque giorni si è trasformata in un incubo: restare a mani vuote all’estero e in patria.
Ma chi svelerà il bluff Bayern Monaco? Contro il Manchester United i bavaresi hanno replicato pari pari la sfida con la Fiorentina negli ottavi: vittoria immeritata per 2-1 nella gara di andata all’Allianz Arena, sconfitta per 3-2 in trasferta con gol-qualificazione trovato in entrambi i casi nel finale grazie ai prodigi balistici di Arijen Robben. L’olandese, è uno scarto estivo del Real, proprio come Wesley Sneijder: i merengues fuori già agli ottavi, mentre i due sono in semifinale e con discrete possibilità di incontrarsi in finale al Bernabeu. Robben ancor più di Ribery è il giocatore in grado di spostare gli equilibri di una gara a favore della squadra di Van Gaal. L’olandese è sempre decisivo, quando non è in infermeria. Solo l’ex nazionale inglese Darren Anderton (non a caso soprannominato “certificato medico”) e la Juventus 2009-10 possono insidiargli l’oscar della fragilità. Meriti di Robben a parte, il Bayern deve la sua qualificazione  anche stavolta a un decisivo aiuto arbitrale: contro i viola erano stati determinanti gli errori di Ovrebo, all’Old Trafford l’espulsione di Rafael al 50′ per somma di ammonizioni (ineccepibile, anche se Ferguson criticherà Ribery e compagni per aver preteso il rosso da parte dell’arbitro italiano Rizzoli). E’ la svolta della gara. Perché cinque minuti dopo Ferguson è costretto a sostituire Rooney con O’Shea, lasciando il solo Nani in avanti.
Sino a quel momento si erano visti solo i padroni di casa. Caricati dal ritorno dell’infortunato Rooney (una sorpresa solo per chi non conosce Ferguson e il ragazzo), i red devils sono partiti a razzo: Gibson (preferito a Scholes, questa sì una scelta sorprendente) al 3′ mette dentro l’1-0 qualificazione piazzando un astuto interno destro dalla distanza che sorprende Butt. Basterebbe viaggiare di conserva ma non è questa la filosofia United. La squadra di Ferguson ha costruito i suoi successi grazie al killer-istinct che ti spinge a finire l’avversario quando è in difficoltà. Il 2-0 arriva quattro minuti dopo grazie a Valencia che serve Nani nell’area piccola e il portoghese inventa uno spettacolare gol di tacco. Il portoghese sta rivelandosi molto più di un funambolo o della caricatura di Cristiano Ronaldo: il numero 17 di Ferguson sta invece seguendo la metamorfosi del connazionale, arrivato all’Old Trafford come foca e partito come giocatore spettacolare, completo, vincente. Il 2-0 di tacco, il 3-0 di piatto sotto la traversa e le mille corse per allargare la difesa, ricevere il pallone, creare spazi per i compagni, sfornare assist in quantità. Tanta, tanta sostanza. Ma Nani non è ancora un leader. Quello status appartiene a Wayne Rooney: è bastato saperlo in campo per invertire la bilancia dell’entusiasmo. Con lui in campo lo United è altra cosa, lo aveva detto alla vigilia anche Ancelotti: “Berbatov è bravo ma Rooney è unico. Fa movimenti che al mondo sa fare solo lui. Quando non c’è il Manchester perde molto”. Per una volta il numero 10 non finisce nel tabellino marcatori ma con lui in campo i padroni di casa arrivano sul 3-0, anche se poi una svista difensiva regala al 43′ a Olic un gol che si rivelerà decisivo. Accorciare le distanze prima dell’intervallo, ritrovarsi in superiorità numerica con 40 minuti ancora da giocare e senza più Rooney da marcare è la sequenza che spiana la strada alla rimonta tedesca. Il Cancellata l’ambiziosa e sfortunata parentesi Klinsmann (voleva il bel gioco), il Bayern con Van Gaal è tornato ad essere quel che è sempre stato: un diesel, affidabile, pochi fronzoli, sempre in corsa. Una squadra operaia per nove undicesimi con le addizioni sulle fasce della coppia R&R, Ribery e Robben, unici autorizzati a produrre scintille fuori copione. In un meccanismo così bloccato è fondamentale il lavoro dei centrocampisti centrali Van Bommel e Schwainsteiger, quelli che fanno legna e tengono in piedi la baracca in attesa dei miracoli dei due fantasisti. Una formula che ha portato il Bayern in semifinale, dove troverà il Lione e per la prima volta avrà il pronostico a favore. Potrebbe rivelarsi un boomerang. ECL

Champions League 2009-10 – Quarti di finale ritorno / Manchester, Old Trafford

MANCHESTER UNITED-BAYERN MONACO 3-2 (3-1)

Manchester United: Van der Sar; Rafael, Ferdinand, Vidic, Evra; Fletcher, Carrick (dall’80′ Berbatov), Gibson (dall’81’ Giggs); Valencia, Nani; Rooney (dal 55’ O’Shea). Allenatore: Ferguson
Bayern Monaco: Butt; Lahm, Van Buyten, Demichelis, Badstuber; Robben (dal 75’ Altintop), Van Bommel, Schweinsteiger, Ribery; Muller (dal 46’ Gomez), Olic (dall’83’ Pranjic). Allenatore: Van Gaal

Arbitro: Rizzoli (Italia)

Reti: Gibson al 3’ Nani al 7’ e al 41’; Olic al 43′, Robben al 73′
Espulsioni: Rafael (al 50′)
Ammonizioni: Van Bommel, Badstuber

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