La più bella rimonta sfumata. Così verrà ricordato il quattro pari tra Chelsea e Liverpool. Un quarto di finale chiuso nella gara di andata e riaperto dopo venti minuti in quella di ritorno e poi rinchiuso grazie ai disastri di un portiere che ambiva, sino a ieri, ad essere considerato “il migliore di sempre nella storia di questo club”.
Ray Clemence e Elisha Scott possono stare tranquilli. Le papere di Pepe Reina possono piuttosto rivaleggiare con alcune memorabili “perle” di David James e Bruce Grobbelaar. Errori grossolani e decisivi nel rimettere in corsa una squadra smarrita, che faticava a capire come entrare in una partita che considerava già vinta e stava perdendo senza giocare. Non solo. L’autogol sul cross di Anelka deviato leggermente da Drogba e l’errore di piazzamento sulla punizione di Alex hanno tagliato le gambe ai suoi compagni che si apprestavano a infliggere il colpo del ko. Tempistica micidiale: da 2-0 a 2-2 in sei minuti. Benitez voleva rivedere Istanbul? Accontentato. Non da Torres ma da Reina che a Stamford Bridge si è garantito la gratitudine eterna dei blues.
La ribalta si ottiene anche così. Pepe Reina, portiere con poche punte ma sempre affidabile, secondo di Casillas in nazionale, ha scelto la serata peggiore per diventare protagonista, vanificando quella che poteva essere ricordata come la rimonta più bella ottenuta dal Liverpool in campo esterno e invece verrà catalogata come una mezza impresa. Ennesima conferma del carattere formidabile dei reds, capaci di reagire all’1-3 dell’andata portandosi sul 2-0 dopo 28 minuti grazie ai gol di Fabio Aurelio su punizione (con Cech che va a coprire il cross e regala l’intero specchio della porta al brasiliano) e di Xabi Alonso su rigore concesso dal connazionale Medina Cantalejo. Alcune uscite da brividi di Cech raggelano Stamford Bridge incapace di salutare con un battito di mani l’ingresso in campo di Anelka, mandato in campo da Hiddink al 36′ al posto di Kalou nel tentativo di scuotere i suoi e impagnare la difesa avversaria. In apertura di ripresa la doppietta di Reina mette la parola fine alle speranze del Liverpool. Il Chelsea è rinfrancato e si rivede la squadra che nel secondo tempo di Anfield poteva segnare quattro-cinque gol. Al 76′ arriva il terzo firmato da Lampard. A nove minuti dal termine Lucas lascia partire un tiro senza pretese deviato da Essien che per Cech diventa imprendibile (e non sorprende vista la serataccia). Tre pari. Un minuto dopo Liverpool ancora in avanti: Dirk Kuyt si ricorda di aver giocato da centravanti al Feyenoord e di testa brucia l’intera difesa dei blues: 4-3. Incredibile. I ragazzi di Benitez sono riusciti ad azzerare le papere del proprio portiere e ricrearsi la situazione che avevano alla fine del primo tempo. Otto minuti e un gol da segnare per qualificarsi. Segnare in trasferta quattro gol in ottantadue minuti con Gerrard in tribuna e con un centrocampo di tre mediani (Lucas, Mascherano e un eccellente Xabi Alonso) è un’impresa che rischia di diventare il capolavoro tattico di Rafa Benitez.
Quando c’è di mezzo il Liverpool la retorica è sempre in agguato ma è la storia ad imporlo. Senza tornare indietro sino ai giorni di Billy Liddell, basta limitarsi agli ultimi vent’anni per vedere quante volte, negli ultimi minuti, questa squadra è stata capace di recuperare partite già perse o di conquistare passaggi del turno dopo aver apparentemente compromesso tutto. I reds sono a pochi minuti dal completare una di quelle imprese che hanno trasformato il Liverpool e la Champions League in leggende del calcio moderno.
Il quinto gol però non arriva, arriva invece il quattro pari di Frank Lampard che chiude di piatto sul palo alla destra di Reina un bel contropiede della squadra di casa. E’ fatta, è finita: grazie Liverpool, ma va avanti il Chelsea che dovrà dimostrare contro il Barcellona di aver meritato tanta grazia. Nella semifinale di andata Hiddink recupererà il capitano John Terry ma non avrà Ashley Cole squalificato dopo il giallo di ieri. Contro i blaugrana il Chelsea può esibire gli eterni Lampard e Drogba, sempre decisivi nei 180 minuti, ma poco altro. Accantonato l’ex Deco, appesantito Ballack, resta nulla o quasi. Contro il Liverpool all’andata i londinesi sono stati omaggiati di due errori della difesa di Benitez sui calci d’angolo che hanno trasformato in protagonista un diligente gregario come Ivanovic (ieri ritornato sulla terra); ieri dai due errori di Reina.
Il Barcellona non è un modello di difesa implacabile ma di aggressività sì. Ballack e soci, ieri lo hanno confermato, faticano parecchio contro centrocampisti aggressivi e asfissianti che ti impediscono di ragionare e ti costringono a rinculare costantemente con le loro triangolazioni di prima per vie centrali e laterali. Essien verrà messo su Messi o su Xavi? Qualunque sia la scelta di Hiddink, la squadra di Guardiola saprà creare gioco e gol. ECL

Champions League 2008-09 / Ritorno Quarti di finale – Londra, Stamford Bridge

CHELSEA-LIVERPOOL 4-4 (0-2)

Chelsea: Cech, Ivanovic, Alex, Carvalho, Ashley Cole, Kalou (Anelka dal 36′), Ballack, Essien, Lampard, Malouda, Drogba (Di Santo dal 90′). Allenatore: Guus Hiddink
Liverpool: Reina, Arbeloa (Babel dall’85’), Carragher, Skrtel, Aurelio, Lucas, Mascherano (Riera dal 69′), Alonso, Kuyt, Benayoun, Torres (Ngog dall’80’). Allenatore: Rafael Benitez

Arbitro: Luis Medina Cantalejo (Spagna)

Marcatori: Fabio Aurelio al 19′, Xabi Alonso al 28′ (su rigore), Drogba al 52′, Alex al 57′, Lampard 
al 76′, Lucas all’81’, Kuyt all’82’, Lampard all’89’.
Ammoniti: Ivanovic, Carvalho, Ashley Cole; Benayoun, Arbeloa.

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