Se il palo non avesse negato il gol del 2-2 a Tim Payne nei supplementari a quest’ora avremmo commentato una delle più grandi sorprese della storia del calcio. Sì, perché la presenza di una squadra neozelandese nella finale della ex coppa Intercontinentale è sorpresa ancora maggiore rispetto alla vittoria del Mazembe sull’Internacional Porto Alegre nella Fifa Club World Cup 2010. E invece la finale del Mondiale per club 2014 sarà la scontatissima Real Madrid-San Lorenzo ma nessuno potrà negare all’Auckland City il titolo di rivelazione del torneo. I dilettanti neozelandesi, dopo aver superato il Moghreb Tetouan nel Preliminare e l’Es Setif nei quarti, sono andati vicini a ripetersi contro il San Lorenzo campione del Sud America. Gli argentini pensavano di raggiungere il Real in finale, replicando con i campioni d’Oceania la lezione di calcio impartita il giorno prima dai madrileni ai messicani del Cruz Azul. Ma Auckland, per fortuna, non è sceso in campo appagato né intimidito e la semifinale si è rivelata più equilibrata e a tratti entusiasmante del previsto. La difesa neozelandese per (quasi) tutto il primo tempo ha confermato che l’imbattibilità delle prime due partite non era casuale ma frutto di organizzazione e concentrazione. È solo al secondo minuto di recupero della prima frazione che la retroguardia di Auckland Si fa sorprendere dai detentori della Libertadores: Mas scappa sulla fascia sinistra e serve in area Barrientos, bravissimo a controllare e infilare con una bella girata nell’angolino basso alle spalle di Williams. In avvio di ripresa John Irving, autore del gol vittoria col Setif, si rivela ancora provvidenziale per i suoi negando il raddoppio a Cauteruccio con un intervento in scivolata che vale una segnatura. Il prodigio di Irving dà la scossa che serviva a Emiliano Tade, 26enne attaccante argentino andato in Nuova Zelanda per completare i suoi studi da avvocato e diventato stella del calcio, firmando il gol che quest’anno ha regalato a Auckland il quarto successo consecutivo nella Champions oceanica. Tade non avrà trovato clienti per il suo studio legale, ma di certo, dopo aver messo più volte alla berlina i suoi connazionali, si è guadagnato estimatori che non tarderanno a offrirgli un contratto da (calciatore) professionista lontano da Kiwitea street. Al 65′ fa le prove generali del pareggio, bevendosi tre difensori ma senza poi riuscire a impensierire Torrico. Passano due minuti e serve una palla d’oro a De Vries, che però non riesce a intervenire, lasciando l’opportunità a Berlanga, che sebbene decentrato mostra ben altra determinazione e qualità nel trasformare in gol l’occasione avuta.
L’1-1 libera definitivamente il talento di Martin Cauteruccio, che quasi da solo prende d’assalto la retroguardia neozelandese, colpendo anche un palo dopo una bellissima giocata individuale. Williams e compagni reggono sino alla fine, quando Tade si fa chiudere da Torrico mancando la palla del possibile successo kiwi. La partita va ai supplementari e già questa è una notizia. Bastano tre minuti agli argentini per riprendersi quella finale che il pronostico assicurava come mera formalità: il 2-1 arriva in modo quasi casuale con un tocco non proprio memorabile di Matos. Sembra la fine per i neozelandesi ma Auckland ha ancora l’energia per andare a cercare il pari, ma dove non arriva Torrico c’é il palo a dire no a Payne. Peccato. Difficile non simpatizzare per i campioni d’Oceania, autori di un Mondiale incredibile, proprio nell’anno in cui la conquista della Ofc Champions League è arrivata nel modo meno convincente. I ragazzi di Ramon Tribulietx dovranno accontentarsi della finale per il terzo posto contro il Cruz Azul campione Concacaf, che gli varrà anche in caso di sconfitta il miglior piazzamento di sempre (superato il quinto posto del 2009). La seconda semifinale era stata preceduta dalla finale per il quinto posto tra il Western Sydney Wanderers e l’Es Setif: finiti i regolamentari sul 2-2, si è arrivati sino ai rigori, che hanno premiato (5-4) i campioni d’Africa. LECHAMPIONS
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