14 aprile 1912: data di fondazione del Santos Futebol Club. 7 dicembre 2023: giorno della prima retrocessione nella serie B brasiliana per il club che fu di Pelè.

Dopo 111 anni di storia e tanti momenti di gloria, il club di San Paolo sta affrontando una delle sue pagine più buie: la partita persa tra le mura amiche contro il Fortaleza, combinata alla vittoria per 4-1 del Bahia contro l’Atletico Mineiro, ha lasciato il Santos in diciassettesima posizione, sancendo così la retrocessione in seconda divisione.

Una partita carica di tensione, iniziata con la rete al 39’ che ha portato in vantaggio la squadra ospite, messa a segno da Marinho, seguita al 58’ dal pareggio di Messias, che ha illuso il pubblico di casa di un possibile pareggio, sia nel tabellino che in classifica con il Bahia.

Un sogno infranto però dalla rete di Lucero al 96’, che ha sancito la retrocessione del club e scatenato l’ira dei tifosi. I “Santistas”, dopo aver tentato l’invasione di campo, hanno lanciato bombe carta fuori dallo stadio e messo a fuoco tre autobus e numerose macchine (tra cui quella del calciatore colombiano Mendoza), richiedendo così l’intervento delle forze dell’ordine che hanno fatto uso di lacrimogeni e spray al peperoncino.

La retrocessione del “Peixe” (soprannome della squadra, significa pesce e rappresenta la natura portuale della città di Santos) non è stata però sentita soltanto a livello nazionale, ma anche a livello mondiale. Il club paulista è infatti noto da tempo al pubblico internazionale, in particolare grazie a due dei numerosi campioni che hanno vestito la camiseta bianca: “O Rei” Pelè e Neymar Jr. Il più grande giocatore della storia del calcio il primo, talento purissimo quanto incompiuto il secondo. Entrambi fautori dei due periodi d’oro del club.

Pelè è stato “il” Santos, vestendo la maglia della squadra per 17 anni consecutivi (dal 1957 al 1974), che hanno rappresentato il primo periodo d’oro della squadra brasiliana. Anni di splendore per il Santos e l’intero movimento calcistico verdeoro: tra il 1958 e il 1970, la nazionale brasiliana vince tre mondiali di calcio in 12 anni, mentre il Santos di Pelè, Zito, Coutinho e Pepe accumula in bacheca nove campionati statali, due Coppe Libertadores, due coppe intercontinentali e cinque Taça Brasil (svolto fra il 1959 e il 1968 è stato il più importante torneo calcistico dell’epoca in Brasile).

Con il primo ritiro di Pelè dal calcio professionistico nel 1974 (cui seguirà la breve ma entusiasmante parentesi americana nel Cosmos) si chiude anche il periodo più glorioso del Santos, che attraversa decenni di transizione e cambiamento sino agli anni 2000, quando ritornano i successi in campionato grazie ai talenti di Diego Ribas e Robinho, e soprattutto di Ganso e Neymar Jr, che nel 2011 conquistano la terza coppa Libertadores, battendo in una classica il Penarol in finale, e nel 2012 la Recopa Sudamericana sull’Universidad de Chile.

La storia del Santos è quindi caratterizzata da numerosi alti e bassi, ma possiamo affermare con certezza che, dopo la morte di Pelè dello scorso anno, la sconfitta col Fortaleza rappresenta il momento più triste, perché simboleggia non solo la retrocessione in seconda divisione, ma anche e soprattutto la conclusione di una stagione tormentata, per via dei debiti accumulati dal club (che arrivano quasi a 150 milioni di euro) e dei continui cambi in panchina (durante questa stagione infatti si sono succeduti quattro allenatori).

Una stagione difficile, conclusa nel peggiore dei modi, lasciando, dopo 111 anni, a Flamengo e San Paolo il primato condiviso di uniche squadre brasiliane mai retrocesse in seconda divisione, ultime superstiti del quintetto che aveva iniziato a perdere pezzi nel 2007 col Corinthians (dopo 94 anni nella massima serie) e nel 2019 col Cruzeiro (dopo 98 anni).

Il Santos esce da un club ristretto per entrare in uno meno esclusivo ma non meno blasonato: quelle delle nobili decadute. L’ex club di Pelè si ritrova accanto a giganti del calcio mondiale come il River Plate (retrocesso nel 2011 dopo 110 anni nella serie A argentina), i Glasgow Rangers (retrocessi d’ufficio per motivi amministrativi dalla Premier League scozzese alla quarta serie dopo 115 anni) e la Juventus (retrocessa d’ufficio dopo Calciopoli, dopo 106 anni in A). Tutti club che hanno saputo risollevarsi e ritrovare il successo nel giro di brevissimo tempo. Ma nessuno oggi al Santos riesce a guardare avanti. LECHAMPIONS AMERICA

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