
Dopo Capello un altro tecnico italiano alla guida di una nazionale d’Oltremanica: l’Irlanda, che spera di rivivere i fasti dell’era Charlton.
Giovanni Trapattoni è il nuovo ct dell’Irlanda. La scelta di Ray Givens, Don Howe e Ray Houghton, i tre saggi nominati dal presidente della Federcalcio irlandese John Delaney per esaminare le candidature, è caduta sul tecnico italiano, attualmente alla guida del Salisburgo.
L’annuncio ufficiale verrà dato nel pomeriggio di oggi: un contratto da 1 milione e mezzo di euro l’anno, il compenso più alto mai pagato in Irlanda a un commissario tecnico. «Ma se siamo riusciti ad attrarre un allenatore di grosso calibro è stato proprio perché, per la prima volta nella storia di questa federazione, siamo riusciti a offrire un pacchetto finanziario di primo piano, decisamente molto attraente. Solo così si spiega l’enorme interesse e la quantità e qualità di candidature per questa posizione».
Trapattoni ha messo dietro di sé autentiche leggende del calcio irlandese come David O’Leary o Liam Brady. La forza del suo curriculum ha potuto più delle controindicazioni legate all’età (69 anni), alla lingua, al calcio non proprio spettacolare giocato dalle sue squadre. Queste le tre perplessità principali avanzate dai media locali sulla scelta dell’ex ct azzurro. Limiti che, secondo i tre saggi, sono in realtà veri e propri punti di forza. Staunton era troppo giovane e non ha saputo reggere la pressione dei media né quella dei giocatori. La scelta di affiancargli sir Bobby Robson dopo poche gare era stata determinata proprio dall’esigenza di avere un personaggio di esperienza e carisma, in grado di parlare e essere ascoltato. Con Trapattoni vanno sul sicuro.
La lingua poi non può essere un problema per chi, ha dimostrato di sapersi adattare e inserire al meglio in paesi stranieri, comprendendo la cultura e imparando la lingua in breve tempo.
Il pragmatismo del Trapattoni è stata la carta decisiva. L’Irlanda ha colto i migliori risultati della sua storia sotto la guida di Giovannino Charlton, teorico e praticante del tutti-dietro-e-contropiede. Con Trapattoni si va sul sicuro: tranne qualche sfortunata esperienza (Cagliari e Stoccarda), ha sempre dato un’impronta vincente alla squadra. E’ stato così in Germania col Bayern (dove ha vinto campionato, coppa e supercoppa), in Portogallo col Benfica (campionato), in Austra col Red Bull Salisburgo (campionato). Il suo gioco “semplice” (curare meticolosamente la fase difensiva per preparare meglio il contropiede) favorisce l’impatto immediato: schemi pochi ma chiari e facili da metabolizzare, l’ideale per fare subito risultati.
Con la scelta del Trap, Delaney e i suoi sono stati accusati di voler imitare la Football association londinese, che ha puntato tutto su Fabio Capello per restituire prestigio e orgoglio a una nazionale in crisi. Ma l’impressione è che la scelta sia stata guidata dalla nostalgia per il vecchio Jackie, di cui Houghton è stato giocatore. Good luck. LECHAMPIONS EUROPA
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