
Il Tottenham festeggia l’anniversario in campo contro l’Aston Villa, facendo disperare e poi impazzire di gioia i suoi tifosi. Una rimonta memorabile: da 1-4 a 4-4.
E’ stato un weekend da risultati folli. Dall’inizio alla fine. Sabato in Premiership il Portsmouth ha superato il Reading 7-4, mentre in Bundesliga il Werder ha vinto 8-1 sull’Arminia. Nel posticipo del lunedì del campionato inglese il Tottenham, che a 21 minuti dalla fine perdeva in casa 4-1, ha pareggiato 4-4 con l’Aston Villa un match che coincideva con il 125° anniversario del club.
White Hart Lane pieno di bandiere bianche e azzurre che sventolavano come qui non si era mai visto. I Berbatov, la squadra di oggi, allineati di fronte ai Jimmy Greaves, i miti di ieri. Uno spettacolo. Non solo per i fan degli spurs.
Dopo aver perso nelle due stagioni passate la qualificazione in Champions league all’ultima giornata, l’obiettivo dichiarato del Tottenham quest’anno era il quarto posto. Naturale dopo due quinti di fila. Invece gli Spurs, nonostante acquisti come quello della formidabile promessa Gareth Bale dal Southampton e del bomber da 16 milioni e mezzo di sterline Darren Bent (prelevato dal Charlton contro il parere di Jol), si trovano oggi in fondo alla classifica.
Se il campionato finisse ora il Tottenham, appena sei punti in otto gare, retrocederebbe con Bolton e Derby. Naturale che dopo un inizio così disastroso circolino i nomi di Juande Ramos, Jose Mourinho, Fabio Capello, anche se la tifoseria è compatta nel sostenere l’allenatore Martin Jol. L’olandese, subentrato nel 2004 al francese Santini, ha cambiato faccia agli spurs. In meno di tre stagioni ha lanciato giovani come Carrick (venduto al Manchester United per 29 milioni di euro), Huddlestone, Lennon, e portato gente come Berbatov, Keane, King, Chimbonda a giocare il miglior calcio della carriera, in una formazione che ha recuperato con lui il suo tradizionale gioco d’attacco.
Il calcio offensivo è un marchio di fabbrica della storia del Tottenham e, in particolare, della squadra di Jol. Lo scorso anno gli spurs erano stati addirittura capaci di segnare tre reti al Chelsea di Mourinho nella fortezza di Stamford Bridge. Una partita emblematica di pregi e difetti del Tottenham: sopra 3-1 in trasferta, Keane e compagni, dopo aver sprecato più volte il 4-1 si sono fatti raggiungere sul 3-3, salvando l’imbattibilità interna dei blues sotto il tecnico portoghese.
Così come la prolificità dell’attacco, le incertezze difensive rappresentano una caratteristica di una formazione che patisce da matti l’assenza per infortunio del capitano Ledley King e le amnesie di Paul Robinson. Il portiere degli Spurs è certamente il migliore estremo difensore inglese ma una serie imbarazzante di incertezze gli stanno costando il posto in nazionale e non sono estranee al momento no del Tottenham. Anche contro l’Aston Villa Robinson ha confermato il suo cattivo stato di forma, mettendo la sua firma in almeno tre gol su quattro degli avversari. Una prestazione da incubo, sotto gli occhi stupiti ma comprensivi di due grandi ex numeri uno degli spurs come Pat Jennings e Ray Clemence, gente che commetteva un errore ogni cinque campionati. Il portiere è sempre stato uno dei punti di forza degli spurs, al momento è una zavorra.
Contro l’Aston Villa Berbatov aveva tenuto alto il clima di festa portando i suoi in vantaggio, poi la prima papera di Robinson: cross innocuo, palla che gli scivola tra le mani e finisce sui piedi dell’ex stopper milanista Laursen e poi in rete. Uno pari. Altri dieci minuti e una serie fantozziana di rimpalli regala la doppietta a Laursen, con palla che passa tra le gambe del portiere di casa. Il tre a uno per gli ospiti arriva al 40′ per merito di Gabriel Agbonlahor che supera Robinson, stavolta incolpevole. Ammutoliti i tifosi di casa, quelli ospiti possono permettersi di sbeffeggiare il clima di festa intonando “Happy Birthday, Tottenham Hotspur”. La seconda frazione parte sull’1-3: quarantacinque minuti per recuperare due gol. Handicap non da poco contro un’ottima squadra come l’Aston Villa di O’Neill, che Robinson decide di aggravare prendendo un gol su punizione da Gardner sul proprio palo. Sconcertante. Non c’è bisogno di scomodare la festa rovinata dei 125 anni, per capire che gli Spurs avranno presto un nuovo manager.
L’ultima mezz’ora invece regala l’impresa e la salvezza del posto di Jol: i giocatori di casa invece di abbattersi o limitare i danni si spingono coraggiosamente in avanti e segnano tre reti negli ultimi venti minuti. Il gol del quattro pari arriva per merito del centrale difensivo Younes Kaboul che al 93′ chiude una serie di rimpalli piazzando da una dozzina di metri una bomba all’incrocio dei pali. Entusiasmo a mille in campo e sugli spalti. Riprendono a sventolare le bandiere e i festeggiamenti possono ricomonciare.
“Per noi questa rimonta vale una vittoria. Può essere l’inizio della nostra stagione” è il pensiero-speranza del giovanissimo Gareth Bale, una delle poche note liete di questo avvio di campionato. Le trasferte di giovedì in coppa Uefa contro i ciprioti dell’Anorthosis Famagusta e di domenica in campionato a Anfield Road contro il Liverpool confermeranno o meno. LECHAMPIONS EUROPA
Premiership 2007-08 – Posticipo 8a giornata / Il tabellino
Tottenham-Aston Villa 4-4 (1-3)
Tottenham: Robinson, Chimbonda, Dawson, Kaboul, Bale, Lennon (Malbranque dall’86’), Zokora, Huddlestone, Tainio (Defoe dal 54′), Berbatov (Bent dal 73′), Robbie Keane. All. Martin Jol
Aston Villa: Carson, Mellberg, Knight, Laursen, Bouma, Gardner (Petrov dal 73′), Reo-Coker, Barry, Young, Moore (Harewood dal 66′), Agbonlahor. All. Martin O’Neill
Arbitro: Mike Dean
Marcatori: Berbatov al 20′, Laursen al 22′ e al 33′, Agbonlahor al 40′, Gardner al 59′, Chimbonda al 69′, Robbie Keane all’82′(su rigore), Kaboul al 93′
Ammonizioni: Kaboul; Reo-Coker, Gardner, Carson
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