

Passano Celtic, Basilea e Shakhtar, escono Fenerbahce, Steaua e Panathinaikos. I playoff dell’Uefa Champions League non vedranno tra i protagonisti l’ambizioso Fenerbahce di Robin van Persie (che però non ha giocato), spazzato via dallo Shakhtar Donetsk con un perentorio 3-0 firmato da Gladkiy, Srna e Alex. Successo rotondo e ampiamente meritato quello degli ucraini nel match di ritorno del Terzo turno preliminare dell’Uefa Champions League 2015-16, che ha messo in evidenza tutti i limiti di quel cantiere aperto che ancora è il Fenerbahce, squadra fragile in difesa (l’ex romanista Kjaer, neoacquisto, si è messo in mostra giusto per l’espulsione rimediata) e a centrocampo (tanti piedi buoni, ma la legna chi la fa? l’ormai logoro Meireles?). I gialloblu hanno un potenziale offensivo enorme con gente come Diego e Nani in grado di offrire spazi e palloni a Van Persie, quando sarà disponibile, ma rischiano di non sfruttarlo se dietro non si azzeccano uomini e movimenti. I turchi al momento sono un’incognita e il tecnico portoghese Pereira dovrà essere molto bravo a trovare il giusto equilibrio in una rosa che offre parecchi doppioni (rifinitori e seconde punte) e diversi ruoli scoperti (in copertura). Trovare la quadratura è opera già riuscita a Mircea Lucescu, che ha tenuto banco nel post-partita per la ferma presa di posizione a difesa della scelta di schierare il brasiliano Fred, nonostante il test antidoping fallito (la Conmebol lo ha confermato ufficialmente) nell’ultima Coppa America: “Ho letto tutto, in tutte le lingue. Ma nessuno ci ha mandato un documento dove ci viene detto che il giocatore non è utilizzabile, per questo l’ho schierato. Non vedo perché non avrei dovuto”. Lucescu, vecchia volpe che gioca a fare il burocrate. Atteggiamenti discutibile ma non si può non restare ammirati dalle capacità di un tecnico che continua a cambiare i giocatori ma ha dato allo Shakhtar un’identità tattica e caratteriale che si conferma nel tempo. Ora i playoff, ma la fase a gironi non dovrebbe sfuggire al club ucraino.
Rimonte clamorose quelle di Malmoe e Maccabi, sconfitte all’andata e capaci di ribaltare risultati pesanti al ritorno. Gli svedesi, dopo aver perduto 2-0 in Austria col Salisburgo, hanno impiegato 42 minuti per ottenere il 3-0 qualificazione, difendendolo nella ripresa nonostante l’inferiorità numerica seguita all’espulsione di Adu al 64′. Il Maccabi invece, dopo aver perso in Israele 2-1, va a vincere 2-0 in casa del Viktoria Plzen grazie a una doppietta di Eran Zehavi, che sblocca il risultato dal dischetto al 76′ e raddoppia all’83’. Crolla in casa anche lo Sparta Praga contro il Cska Mosca: dopo il 2-2 ottenuto in Russia, i cechi dopo 16 minuti erano già sul 2-0 e in assoluto controllo, prima di vedersi raggiungere sul due pari al 51′ con una doppietta del nigeriano Musa; poi l’espulsione di Matejovsky al 64′ e il 3-2 russo firmato al 76′ da Dzagoev completano l’harakiri dei padroni di casa, che hanno schierato solo negli ultimi minuti di gioco Josef Husbauer, leader sino a un anno fa, caduto in disgrazia dopo la sventurata parentesi italiana con la maglia del Cagliari.
Un pari esterno senza reti è sufficiente al Celtic per qualificarsi ai danni del Qarabag, che ha impegnato i campioni scozzesi senza però riuscire a perforare la difesa di Delia. Lo Skenderbeu campione d’Albania bissa il 2-0 dell’andata contro i moldavi del Milsani.
Partite ricche di gol e emozioni quelle che danno la qualificazione a Partizan Belgrado, Astana e Club Brugge. Il Partizan chiude il primo tempo sotto 2-1 contro lo Steaua Bucarest, ma nella ripresa, dopo l’espulsione di Varela al 48′ che lascia in dieci gli ospiti, sbaglia un rigore ma trova tre reti nell’ultima mezz’ora e ottiene il 4-2 che condanna i rumeni all’Europa League. I campioni del Kazakhistan dell’Astana superano 4-3 i finlandesi dell’Hjk Helsinki, grazie a un gol al 93′ di Postnikov, dopo che all’86’ Zeneli su rigore aveva siglato per gli ospiti il 3-3 che valeva il passaggio del turno. Qualificazione con poker anche per i belgi del Club Brugge, vincitori 4-2 sul Panathinaikos, nella sfida che metteva contro due squadre accomunate dall’aver giocato entrambe a Wembley l’unica finale di Coppa Campioni della propria storia: in quello stadio nel 1971 il Panathinaikos veniva sconfitto dall’Ajax di Johan Cruyff, mentre nel 1978 il Club Brugge veniva superato di misura dal Liverpool di Kenny Dalglish.
Un gol di Bjarnason al 91′ firma il successo del Basilea ai danni dei polacchi del Lech Poznan. Stesso risultato per il Bate Borisov che trova solo all’82’ con Nikolic la rete che elimina il Videoton, ridotto in dieci dal 62′ per l’espulsione di Luijckx. LECHAMPIONS EUROPA
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