Stringeva il cuore vederlo sulla carrozzina, col sorriso deformato dalla malattia, circondato da ex compagni di gioco che dietro altri sorrisi cercavano di nascondere il dolore per quel che il destino aveva riservato a uno di loro. A 49 anni è morto Stefano Borgonovo, lascia la moglie e quattro figli.
Cinque anni fa l’ex centravanti di Como, Fiorentina e Milan aveva resa pubblica la notizia della sua malattia: l’ennesimo calciatore vittima di sclerosi laterale amiotrofica. Una scelta generosa e coraggiosa quella di venire allo scoperto e non nascondere la propria condizione, al contrario mostrarla davanti alle telecamere, a bordocampo e in ogni altra occasione utile a attrarre l’attenzione e finanziamenti per dare impulso alle ricerche per curare questa malattia. Utilizzare la propria notorietà e la propria infermità fisica per dare una speranza agli altri più che a se stessi: il percorso di vita di Stefano Borgonovo riporta alla mente quello di un grande campione dello sport mondiale come Mohammed Ali. Campioni trasformati dalla malattia in modelli di coraggio, punti di riferimento per le tante persone prive di notorietà pubblica accomunate dagli stessi problemi.
Aver dato il proprio volto alla Sla ha fatto di Borgonovo un simbolo, facendo dimenticare l’ottimo calciatore che era. Nel marzo 1982, tre giorni prima di compiere 18 anni, esordisce in serie A in Como-Ascoli, coi lariani che vengono sconfitti 2-1 in casa e a fine stagione retrocederanno in serie B. Nella serie cadetta Borgonovo fatica a trovare spazio e dopo due stagioni il Como lo cede in prestito alla Sambenedettese dove segna 13 gol in 33 partite. Più che sufficienti per convincere i dirigenti comaschi a riportarlo a casa e riproporlo sul palcoscenico della serie A, dove si impone all’attenzione del Milan che lo acquista e lo lascia in prestito altre due stagioni al Como: in tre campionati quasi un gol ogni tre partite, non male per il centravanti di una provinciale. Il Milan crede in Borgonovo ma non abbastanza: in attacco Sacchi ha a disposizione Van Basten, Gullit e Virdis, e preferisce dare in prestito l’ex punta del Como alla Fiorentina. A Firenze in coppia con Roberto Baggio gioca la migliore stagione della sua carriera. Un’intesa perfetta, nasce la “B2”: 15 gol Baggio, 14 Borgonovo. La coppia perfetta dura però una sola stagione, il Milan decide finalmente di fargli vestire la maglia rossonera. La convinzione è che un giocatore d’area come Borgonovo possa completare un attacco formidabile ma che concretizza poco in rapporto alla mole di gioco prodotta. Ma l’inserimento, complici alcuni infortuni, non sarà facile e tranne alcuni lampi in Coppa Campioni (come la tripletta al Galatasaray o il gran gol in semifinale all’Olympiastadion di Monaco di Baviera), il ruolo è quello del comprimario. Nel 1990 la Fiorentina, che ha appena ceduto Baggio alla Juventus, lo riacquista ma quella che doveva essere la stagione del rilancio è l’inizio di un rapido quanto sorprendente declino: in sei anni, tra Fiorentina, Pescara, Brescia e Udinese, mette a segno appena 29 gol in 118 partite. Nel 1996 a soli 32 anni si ritira dal calcio giocato. Un addio accompagnato dal rammarico (di chi ne aveva apprezzato il talento) per la sensazione di incompiutezza che ha caratterizzato una carriera che avrebbe potuto essere di ancora maggior successo. ECL EUROPA
Stefano Borgonovo
Nato a Giussano il 17 marzo 1964
Morto a Giussano il 27 giugno 2013
Ruolo
Centravanti
Squadre
Como (1982-84 e 1985-88)
Sambenedettese (1984-85)
Fiorentina (1988-1989 e 1990-92)
Milan (1989-90)
Pescara (1992-94)
Udinese (1994 e 1995-96)
Brescia (1994-95)
Nazionale
Italia (3 presenze)
Titoli
1 Supercoppa europea (1989)
1 Coppa Intercontinentale (1989)
1 Coppa Campioni (1990)
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