Sette gol in casa il Tottenham non li aveva mai presi in 137 anni di storia. Il 7-2 rifilato dal Bayern agli Spurs a White Hart Lane certifica la crisi dei vicecampioni d’Europa in carica, ormai non più limitata alle competizioni domestiche. Eliminati una settimana fa dalla Coppa di Lega per mano del Colchester United, quarta serie inglese, sesti in campionato a dieci lunghezze dal Liverpool capolista dopo appena sette giornate, gli Spurs sono l’ombra della squadra che solo pochi mesi fa aveva saputo ribaltare pronostico e andamento nei quarti della scorsa Champions, contro City e Ajax. Dopo aver sprecato un doppio vantaggio nella prima giornata contro l’Olympiakos (ieri sconfitto 3-1 dalla Stella Rossa), gli Spurs erano partiti nel big-match del girone B col piede giusto, trovando il gol con Son al 12′. Il pari bavarese di Kimmich al 15′ apriva le porte a un primo tempo intenso e equilibrato sino allo scadere, quando Lewandowski sorprendeva Lloris dal limite dell’area. Gol numero 13 in 10 partite stagionali per il centravanti polacco del Bayern. Nella ripresa ti aspetti la reazione dei padroni di casa e invece arriva il tracollo: l’ex Arsenal Gnabry ne segna quattro e Lewandowski un altro ancora (e sono 14). Nel monologo tedesco c’è spazio per un rigore trasformato da Harry Kane e i fischi del pubblico londinese, scioccato dalla sconcertante prestazione dei suoi. Il 2-7 mette a rischio la panchina di Pochettino, uno dei tecnici più desiderati del mercato estivo (contattato da Real Madrid, Juventus e Psg), chiamato a far chiarezza e riportare ordine in una squadra che nel giro di tre mesi ha visto i propri punti di forza diventare zavorre. Emblematico Eriksen: molle, distratto, irritante, la versione biancoblù dell’ultimo Ozil. Metamorfosi impensabile solo quattro mesi fa. Il tecnico argentino, che prima della finale di Champions col Liverpool aveva fatto camminare sui carboni ardenti i suoi giocatori, per convincerli ad andare oltre i propri limiti, dovrà andare oltre lui stesso. Restituire convinzione e determinazione a quello che era un gruppo unito e granitico, cresciuto attorno alla figura carismatica e rassicurante del suo tecnico e ora invece allo sbando, sarà un’impresa titanica.
Se il tonfo del Tottenham si prende la copertina della seconda giornata della Champions 2019-20, al quasi ko interno del Real Madrid contro il Bruges va la seconda piazza. Sotto 2-0 al Bernabeu alla fine del primo tempo, per merito delle rocambolesche conclusioni del giovane Emmanuel Dennis, il Real agguanta il 2-2 all’85’ con Casemiro, che punisce con un colpo di testa l’inferiorità numerica degli ospiti, arrivata un minuto prima per l’espulsione di Vormer per somma di ammonizioni. Decisione contestata, che fa il paio con quella che al 55′ aveva convalidato la segnatura di Sergio Ramos, con l’aiuto del Var che scova una scarpa belga dall’altra parte del campo per considerare in gioco il capitano dei blancos. Il primo punto nel torneo non evita al Real l’ultimo posto nel girone A, a pari merito col Galatasaray, sconfitto in casa 1-0 dal Psg, grazie al primo gol nel nuovo club di Mauro Icardi. Parigini primi a punteggio pieno.
Luci e ombre invece per le formazioni italiane. Un gran gol di Higuain spiana la strada alla Juventus contro il Bayer Leverkusen. Dopo essere stato offerto a mezza Europa in estate, il Pipita si conferma il miglior acquisto dei campioni d’Italia, con lampi di classe autentica come lo stop e tiro dal limite che al 17′ hanno sbloccato la partita. Il raddoppio di Bernardeschi al 61′ e il tris di Ronaldo all’88’, su gran assist di Dybala, hanno dato evidenza numerica alla superiorità bianconera, mai in discussione. Prova di concretezza e solidità per la squadra di Sarri in vista del prossimo scontro al vertice in campionato contro l’Inter. Joao Felix e Partey firmano il 2-0 dell’Atletico Madrid in casa del Lokomotiv Mosca e a quota 4 capeggiano il girone D assieme alla Juventus. Non si vede chi possa insidiare la qualificazione a bianconeri e Colchoneros.
Seconda sconfitta consecutiva invece per l’Atalanta, ma con modalità molto diverse dalla debacle di Zagabria all’esordio. Contro lo Shakhtar a San Siro i nerazzurri al 28′ sbloccano il risultato con Zapata (chi altri?), dopo aver sbagliato il nono rigore su 19 con Ilicic. I nerazzurri giocano bene e non concretizzano in ugual misura e gli ucraini puniscono tanta generosità con Júnior Moraes al 41′ e Solomon al 95′, nell’ultima azione della gara. L’1-2 finale è una punizione fin troppo severa per gli uomini di Gasperini, che ora si ritrovano fanalini di coda del gruppo C, guidato a punteggio pieno dal Manchester City, vincitore 2-0 della sfida con la Dinamo Zagabria, grazie alle reti di Raheem Sterling e della nuova promessa del calcio inglese Phil Foden. LECHAMPIONS EUROPA