L’arrivo di Rafael Van der Vaart agli Spurs può cambiare gli equilibri nel gruppo A di Champions League? 

 Di certo l’Inter affronterà un Tottenham più determinato e con maggiore consapevolezza di sé. Rafael Van der VaartQuesto trasferimento è il momento della verità per il giocatore olandese. Campione o mezzo giocatore? Sicuramente uno che divide: molesto per Zlatan Ibrahimovic, genio per molti, inutile per altri. Come Zvone Boban, uno in grado di giudicare caratteristiche e potenzialità di un numero 10: “Van der Vaart non è scarso: è semplicemente sopravvalutato, molto sopravvalutato”. Una varietà di giudizi che accompagna il centrocampista olandese da ormai qualche stagione. A 27 anni per molti è già un ex: avrebbe dovuto essere il faro dell’Olanda ai mondiali e invece ha finito per essere un rincalzo. Di lusso ma pur sempre una seconda scelta rispetto a Wesley Sneijder, suo ex compagno all’Ajax e al Real Madrid. Boban non è il solo a bocciarlo.
Parabola impensabile per un giocatore che aveva avuto un avvio di carriera folgorante: nel 2000, appena 17enne, esordisce nell’Ajax e non abbandona più la prima squadra: Co Adriaanse lo imposta come mezzapunta; alcuni infortuni ne rallentano l’ascesa ma ad Amsterdam è già considerato il migliore di una nidiata che comprende Huntelaar, Sneijder, Babel. Nel torneo 2002-03 segna 18 gol in appena 23 presenze, anche stavolta le apparizioni sono limitate da problemi fisici. La fragilità sembra l’unico tallone d’achille di un giocatore che in campo risulta sempre decisivo. Si possono comprendere sconcerto e rabbia dei dirigenti dell’Ajax verso Ibrahimovic, allora in forza ai biancorossi di Amsterdam, che in una sfida tra Olanda e Svezia mette ko (intenzionalmente, secondo i più) il compagno di squadra. Dopo aver tollerato le sue risse negli spogliatoi con l’egiziano Mido, la svogliatezza negli ultimi allenamenti, l’Ajax lascia partire lo svedese alla Juventus, con la convizione che uno “svitato” (definizione dello stesso Van der Vaart) sia meglio averlo come avversario. Per chi resta però i problemi non finiscono con la cacciata di Ibra, che in verità al momento del passaggio alla Juventus spargerà miele a piene mani: “L’Ajax resterà sempre nel mio cuore. Ringrazio tutti, anche Rafael: è un grande giocatore e non ho mai avuto problemi con lui”.
A Torino la carriera di Ibrahimovic decolla, quella di Van der Vaart continua ad essere tormentata. Il fidanzamento con la bellissima soubrette Sylvie Meis è da sogno, ma in campo diventa un incubo: quando giocano i Lancieri la ragazza è il bersaglio preferito delle tifoserie avversarie. L’accanimento raggiunge punte così esagerate da costringere addirittura l’arbitro a interrompere una sfida con l’Ado Den Haag. Ma è la stessa storia su tutti i campi. Ce n’è abbastanza per spingere Van der Vaart, alla fine della stagione 2004-05, a lasciare l’Olanda e la squadra nella quale giocava dall’età di 10 anni. Non sorprende l’addio ma la destinazione prescelta: Amburgo. Inseguito dalle big d’Europa, perché andare a giocare in un club ormai in prolungato declino? Esplicito come sempre Johan Cruyff: “Ma cosa ci fa Van der Vaart ad Amburgo?”. “Non ho scelto Amburgo per svernare o riposarmi, sono qui per vincere”: e da subito l’olandese si impone come leader di una squadra che grazie a lui inizia la risalita verso i vertici della Bundesliga: dall’ottavo posto della stagione precedente il club passa al terzo posto e alla qualificazione in Champions League. Che giochi regista, rifinitore, seconda punta, Van der Vaart è sempre il migliore dei suoi.
Nell’estate 2008 è il giocatore più richiesto d’Europa e naturalmente finisce al Real Madrid, dove va a aggiungersi alla colonia olandese formata da Van Nistelrooy, Sneijder, Drenthe e Robben. Ma quella è anche l’estate in cui inizia l’avventura di Pep Guardiola sulla panchina del Barcellona: i blaugrana vincono sei titoli su sei. Grande slam ammirato ovunque tranne che a Madrid. I successi del Barca mandano in crisi il Real: in panchina saltano sia Schuster che Juande Ramos; viene rieletto alla presidenza Florentino Perez, che prende Kakà, Cristiano Ronaldo, Benzema, Xabi Alonso e, come allenatore, Manuel Pellegrini. Epurati quasi tutti gli olandesi: Van Nistelrooy, Robben e Sneijder; restano, per assenza di compratori, Van der Vaart e il terzino sinistro Drenthe. L’infortunio di Kakà costringe Pellegrini a scongelare la mezzapunta olandese, che sfodera prestazioni così convincenti da spingere il tecnico a considerarlo titolare fisso, anche dopo il rientro in squadra dell’ex milanista. La Liga 2010 finisce però ancora al Barca e al Bernabeu, con l’arrivo di Jose Mourinho, è un altro anno zero.
Van der Vaart è subito inserito tra i partenti ma dopo alcuni allenamenti il portoghese cambia idea: “Lo convoco perché ci può dare fantasia e imprevedibilità”. Ma quando già si inizia a pensare a Mourinho che chiede a Rafael di fare lo Sneijder, o almeno quel che Wesley faceva nell’Inter, ecco che il 31 agosto arriva l’offerta del Tottenham: 11 milioni di euro e contratto quadriennale.
Gli Spurs sono una squadra di grande tradizione ma all’esordio in Champions League. Un appuntamento storico che a White Hart Lane non vogliono affrontare con spirito da comparse. Dopo aver conquistato la fase a gironi gli Spurs hanno fatto le cose davvero in grande: Redknapp, dopo aver richiamato dal prestito al Celtic Robbie Keane, ha tenuto i migliori e aggiunto classe e esperienza con gli acquisti di Van der Vaart, del nazionale brasiliano Sandro, dell’ex Arsenal William Gallas. Campagna rafforzamento che rende gli Spurs la rivale più temibile per i campioni d’Europa dell’Inter, in un gruppo che comprende anche i campioni d’Olanda del Twente e i tedeschi del Werder Brema in cui milita Marko Arnautović, a 21 anni già ex sia di Inter che di Twente. Ancora più numerosi e affascinanti gli incroci che aspettano Van der Vaart: il ritorno in patria da avversario contro il Twente sarà accompagnato dalla sfida quasi fratricida con l’Inter di Sneijder, e da quella contro il Werder, storico antagonista dell’Amburgo nel derby del Nord Germania. Dopo un sorteggio simile come poteva dire no agli Spurs e a tutti questi appuntamenti col destino? ECL

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