«Qual è il portiere che non si dispera per un gol subito? Dev”essere tormentato. E se rimane calmo è la fine. Non ha importanza cosa ha fatto in passato, uno così non ha futuro». Parole che in bocca ad altri sarebbero discutibili, qui hanno il sapore della sentenza inappellabile.

Lev YashinPerché riassumono la filosofia di Lev Yashin, probabilmente il più grande portiere della storia del calcio. Di sicuro l”unico a poter vantare di aver vinto il Pallone d”oro (nel 1963) e aver parato oltre 150 rigori in vent”anni di carriera. E il premio per ciascun tiro dal dischetto neutralizzato era un quadrifoglio da cogliere sotto la rete. Il mito si alimenta anche di leggende. Ma soprattutto di storia.

Nato a Mosca, figlio di operai, a 12 anni inizia anche lui a lavorare in fabbrica. La leggenda vuole che i colleghi gli lanciassero bulloni da afferrare al volo. Un modo come un altro per allenare riflessi e presa. Gli tornerà utile nella sua ultraventennale carriera, spesa interamente (dal 1949 al 1970) nella squadra della sua città, la Dinamo Mosca. Con cui vincerà 5 campionati, nella squadra di calcio. Specificazione necessaria, perché nel 1953, quando ancora non riusciva a conquistare un posto da titolare nell”undici calcistico, Yashin gioca come numero uno nella squadra di hockey su ghiaccio della Dinamo e conquista il titolo di campione dell”Unione Sovietica. Una vittoria che prelude all”inizio della carriera calcistica vera e propria. Dall”hockey porterà con sé l”abitudine a deviare il più lontano possibile, coi pugni o coi piedi, tutti i palloni a rischio. Deviare più che bloccare: più la palla si allontana dalla porta minori sono le possibilità di prender gol.

Nel 1954 diventa il portiere titolare della squadra di calcio della Dinamo Mosca, sottraendo il posto alla “tigre” Khomich, numero uno anche della Nazionale. L”avvicendamento si completa anche tra i pali della rappresentativa sovietica che recepisce nella stessa stagione le nuove gerarchie della Dinamo: Yashin è il nuovo portiere della Nazionale sovietica, che difenderà per 78 volte, e con cui parteciperà a quattro Mondiali (tre da titolare – 1958, 1962, 1966 – e uno da riserva – 1970 -), conquisterà le Olimpiadi nel 1956 e gli Europei nel 1960.

Nel 1967 gli viene attribuita la più alta onoreficenza «per i servigi resi alla Patria»: l”Ordine di Lenin. Quattro anni dopo avverrà la sua ultima apparizione in campo, a quarantadue anni, contro il “Resto del mondo”. Centomila spettatori: nemmeno un posto vuoto nello stadio Lenin di Mosca, che ospita Pelè, Beckenbauer, giunti a salutare uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi. Un tributo che rappresenta la classica chiusura del cerchio: difendendo la porta del Resto del mondo a Wembley nel 1963 contro l”Inghilterra, era nata la leggenda del “Ragno nero”; dopo una serie incredibile di parate che avevano lasciato a bocca aperta tifosi e giornalisti d”Oltremanica.

Lev Yashin muore nel marzo 1990, per un cancro allo stomaco, dopo aver subìto quattro anni prima l”amputazione di una gamba. Nel 2000, in occasione dei festeggiamenti di fine millennio, viene eletto “portiere del secolo” dalla Fifa: difficile trovare un altro che ha difeso per 326 partite la porta della stessa squadra non subendo gol in 207 occasioni. Nessuno come lui. ECL

Lev Ivanovich Yashin

Nato il 22 ottobre 1929
Morto il 20 marzo 1990

Squadra
Dinamo Mosca (1949-1971)

Nazionale
Unione Sovietica, 78 presenze

Titoli
1 Campionato di hockey su ghiaccio
5 Campionati di calcio
3 Coppe di Russia
1 Olimpiade di calcio
1 Coppa Europa di calcio
1 Pallone d”oro

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