La sfida tra Al Ittihad e Pohang Steelers è quanto di meglio potesse capitare al calcio asiatico per dimostrare la rapida crescita di un intero continente.

La locandina della finale di TokyoDue squadre attrezzate e organizzate, in grado di ben figurare e magari sorprendere nel Mondiale per club di dicembre, che per la prima volta non si giocherà allo Stadio Nazionale di Tokyo ma ad Abu Dhabi. La metropoli nipponica ospiterà invece l’epilogo della Champions League asiatica 2009.
“Sarà una finale equilibrata. Abbiamo il 50% di possibilità ma giochiamo sempre per vincere e pensiamo solo a quello” è il pensiero di Gabriel Calderon, allenatore dei campioni d’Arabia, favoriti per la vittoria finale.
Si affrontano due squadre molto diverse. Da un lato l’espertissimo Al Ittihad, alla quarta finale nelle ultime sei edizioni, dall’altra il Pohang Steelers vincitore di due Coppe Campioni consecutive nel 1997 e nel 1998. Gli arabi possono schierare ben sei giocatori presenti nelle precedenti finali. E l’attaccante tunisino Amine Chermiti, arrivato in prestito dall’Hertha Berlino (cui farebbe molto comodo in questo momento), a segno nelle tre partite di Champions League in cui è stato impiegato. Con lui in avanti il marocchino Hicham Aboucherouane, miglior realizzatore dei gialloneri in questo torneo con 5 gol, e capitan Noor a ridosso delle due punte. Il divario di esperienza tra le due formazioni è notevole e può risultare decisivo. Chi è chiamato a colmare il gap per i sudcoreani del Pohang è il 33enne brasiliano Denilson (solo omonimo dell’ex giocatore di Betis e Bordeaux), autentica stella della squadra di Farias: classe, eleganza e gol pesanti. Un mito per i tifosi sudcoreani. Le possibilità di vittoria degli Steelers passano necessariamente per lui. Forse per togliere responsabilità al proprio attaccante, l’allenatore brasiliano Sergio Farias, prova a ridimensionare la presunta grandezza degli avversari. Atteggiamento naturale, doveroso, per uno abituato a mettere in campo squadre offensive, sempre pronte ad aggredire gli avversari. Anche stavolta sarà 4-3-3 con il tridente offensivo formato dal centravanti macedone Stevica Ristic, affiancato da Denilson e Noh Byung-Joon. Farias non è assolutamente convinto della bontà del pronostico che li vuole sfavoriti: “L’Al Ittihad non è un avversario facile ma non credo loro pensino che lo siamo noi. Perciò è una sfida equilibrata, per la quale abbiamo le carte in regola. In tutta la competizione abbiamo perso un solo match: meritiamo di vincere questa coppa”. La vigilia dei sudcoreani è stata turbata dalla notizia della morte del padre 52enne del difensore Kim Hyung-il, che aveva tenuto nascosta la gravità della malattia del padre e subito dopo i funerali si è messo a diposizione dell’allenatore: “Sono un professionista, questo è il mio mestiere. Mio padre vorrebbe così. Adesso non ne voglio parlare, lo farò dopo la finale”. ECL

AFC Champions League 2009 – Finale / Tokyo, Stadio Nazionale – 7 novembre 2009, ore 11