


Bate Borisov e Cluj. Le due squadre meno celebrate tra le 16 impegnate nella serata di mercoledì sono state le uniche capaci di spezzare la regola del fattore campo, dominante nella prima giornata della fase a gironi dell’Uefa Champions League 2012-13. Il Cluj è andato a espugnare il pittoresco stadio di Braga con una doppietta nella prima mezz’ora del brasiliano Rafael Bastos. Un successo che dà ai rumeni il primo posto provvisorio nel girone H, ma soprattutto li mette in posizione di vantaggio nei confronti dello Sporting, col quale dovrebbe giocarsi il terzo posto e l’accesso ai sedicesimi di Europa League, dando per scontata o quasi la qualificazione agli ottavi di Manchester United e Galatasaray. All’Old Trafford il confronto diretto tra le due favorite del gruppo H è stato deciso da un (rarissimo) gol di Michael Carrick al 7′ ma per i red devils non è stata una gara facile. I ragazzi di Terim hanno messo in grande difficoltà lo United e a fine gara gli inglesi hanno ammesso che “il Galatasaray non meritava certo la sconfitta”. Anche il pari probabilmente sarebbe andato stretto agli ospiti che hanno colpito ben tre pali, mentre i padroni di casa hanno fallito al 53′ il rigore del possibile 2-0 con Nani che si fa parare la conclusione da Fernando Muslera. L’ex portiere della Lazio assieme a Altintop, Eboué e l’ex Juve Felipe Melo è stato tra i migliori in campo.
Nel girone F il Bate Borisov va a vincere in Francia nel bellissimo Grand Stade Lille Métropole, superando il Lille 3-1 con tre reti nei primi 43 minuti: Volodko al 6′, Rodionov al 20′, Olekhnovich al 43′ assicurano, al tredicesimo tentativo, il primo successo del club bielorusso nella massima competizione continentale. Per il Lille tanto impegno e poca lucidità: 10 corner a zero, 15 tiri in porta a 5 per siglare appena un gol (Chedjou al 60′) sono numeri che faranno riflettere Rudi Garcia sulla bontà di alcune scelte in avanti e a centrocampo: Pedretti in panchina 90 minuti, Kalou in campo sino alla fine. Assieme al Bate a quota 3 il Bayern Monaco vincitore 2-1 sul Valencia di Mauricio Pellegrino. Per il Bayern si trattava della prima partita di Champions all’Alliaz Arena dopo la sconfitta ai rigori col Chelsea nella finale del maggio scorso. L’ultima giocata dei bavaresi era stato l’errore dal dischetto di Bastian Schweinsteiger, che stavolta si è preso la (molto piccola in verità) rivincita di segnare al 38′ il primo gol del Bayern in questa edizione. La squadra di Heynckess in estate si è rafforzata in difesa e a centrocampo, con gli acquisti del centrale difensivo Dante (dal Borussia Moenchengladbach) e del nazionale spagnolo Javi Martinez (dall’Athletic Bilbao). Naturale pensare ai bavaresi come una delle principali candidate al successo finale, se Lahm e compagni sapranno ridurre al minimo gli errori. Contro il Valencia il raddoppio è arrivato solo al 78′ con il sempre più determinante Toni Kroos, ma al 91′ la difesa bavarese permette al paraguayano Nelson Valdez di siglare il 2-1 e rimettere in gara i suoi, che però commettono subito dopo un fallo da rigore con Rami, che costa il rosso al difensore ospite e dà a Mandžukić l’occasione di chiudere la gara del Bayern, ancora una volta, con un rigore sbagliato (parato da Diego Alves).
Il Barcellona di Tito Vilanova trema e fatica parecchio contro lo Spartak Mosca dell’ex tecnico del Valencia Unai Emery ma alla fine vince 3-2. per una volta la partita è ben sintetizzata dalle dichiarazioni dei due allenatori: “Contro di noi al Camp Nou tutti giocano in contropiede e loro lo hanno fatto molto bene, noi abbiamo vinto ma dobbiamo migliorare parecchio” (Vilanova); “Per vincere a Barcellona devi fare la gara perfetta per 90 minuti, noi l’abbiamo fatta ma solo per metà partita” (Emery). Di certo è stata una gara equilibrata, ricca di episodi: l’infortunio di Gerard Piqué al 12′ (rimpiazzato dall’ex Arsenal Song), il gol di Tello al 14′, l’autogol di Dani Alves al 29′ (ma voleva deviarla di tacco?), il 2-1 russo firmato da Romulo al 59′, la doppietta di Messi negli ultimi diciotto minuti (da segnalare la serpentina e l’assist di Tello in occasione del 2-2). I numeri del Barca di Vilanova per ora sono in linea con la gestione Guardiola: punteggio pieno in campionato dopo 4 giornate e vittoria all’esordio in Champions che vale la testa del girone G. Grande entusiasmo al Celtic Park di Glasgow per il ritorno della squadra di casa nella fase a gironi dopo 4 anni, contro un avversario di grande blasone come il Benfica. Il punteggio finale rivela la grande cautela dei due tecnici, che decidono di tenere in panchina per poco più di un’ora i due bomber Hooper e Cardozo. Primo tempo favorevole ai portoghesi, meglio il Celtic nella ripresa. A entrambe servirà più coraggio per vincere il duello con lo Spartak per il secondo posto (il primo del Barca non è in discussione).
Mai Mircea Lucescu avrebbe pensato che una squadra danese potesse dare lezioni di possesso palla nella Donbass Arena al suo Shakhtar Donetsk. E invece è andata proprio così con i campioni di Danimarca del Nordsjælland capaci di avere il controllo del pallone per oltre il 60% della gara ma totalmente nulli in fase conclusiva e per questo puniti con un molto severo 2-0. Avere in avanti una punta “caldissima” come Henrik Mkhitaryan fa la differenza: un gol per tempo del numero 22 arancione e i padroni di casa strappano il 2-0 finale. Il bilancio personale del 23enne armeno in questo avvio di stagione è di 14 gol in 10 partite. Roba da Gerd Muller. Un punto per parte nell’altra sfida del girone E tra i campioni in carica del Chelsea e la Juventus: doppietta di Oscar per gli inglesi e reti di Vidal e Quagliarella per i campioni d’Italia. I bianconeri ritornavano nel torneo dopo oltre tre anni dall’eliminazione patita a Torino proprio contro i blues negli ottavi dell’edizione 2008-09, anche allora era finita 2-2 ma gli stati d’animo erano parecchio differenti. ECL EUROPA
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