Spettacolo assicurato. Prima il derby inglese con il Manchester, poi la rivincita della finale 2006 col Barcellona o un derby tutto londinese col Chelsea. Difficile scegliere.
La possibilità di diventare la prima squadra di Londra a conquistare la Champions League è una motivazione in più per gli uomini di Arsene Wenger così come quella di vincere la coppa in una finale contro Thierry Henry, miglior marcatore della storia dei gunners. L’idea di riservare ad Henry lo stesso trattamento appena riservato all’altro ex Robert Pires, mandato a casa sotto una pioggia di applausi ma con tre gol sul groppone, stuzzica molto i tifosi dell’Arsenal.
La semifinale di ritorno contro il Villareal è stata subito in discesa, grazie allo splendido gol di Theo Walcott, che dopo dieci minuti di gioco sublimava con un bellissimo pallonetto l’assist di tacco di Fabregas. Una verticalizzazione che ha concentrato velocità, tecnica e fantasia: in tre secondi si è visto cose è l’Arsenal targato Wenger. Perché azioni così a Londra le vedono da quasi quindici anni: prima c’erano Ian Wright, Dennis Bergkamp, Marc Overmars, Thierry Henry ora i Walcott e Van Persie, con Arshavin (inutilizzabile in coppa) che muove i primi passi in attesa di segnare il futuro. Giocate di prima e sempre in avanti: è il modello Wenger. Il potenziale qui c’è, c’è sempre stato ma adesso è arrivato il momento di raccogliere.
Il 3-0 contro il Villareal può indurre a credere che il momento sia arrivato. Ma bisogna farsi ingannare: il divario tra le due squadre non è certo questo, anzi. L’assenza di Marcos Senna ha privato gli spagnoli dell’unico giocatore davvero insostituibile e si è visto. Rossi e compagni erano privi di una guida in campo, il totem cui appoggiarsi, da cui trarre coraggio e indicazioni utili. Ieri Senna non c’era e neppure il Villareal. Il tracollo del secondo tempo con il gol facile facile concesso ad Adebayor al 60′, il rigore fischiato da Stark per un fallo che non c’era (Godin mette in angolo il pallone e solo dopo tocca le gambe di Walcott), l’espulsione per proteste di Eguren sono le foto di una squadra senza bussola. Un peccato che il Sottomarino Giallo di Manuel Pellegrini chiuda così l’avventura in Champions League perché finora aveva sempre mostrato bel gioco e tanta compostezza (esemplare la rimonta di Atene contro il Panthinaikos).
L’Arsenal per una volta ha dimostrato di avere raggiunto quella maturità che permette di portare a casa vittorie anche se non accompagnate da un gioco sempre scintillante. Le assenze di Almunia (ma Fabianski è meglio del titolare), Gallas (sostituito con molta fatica da Silvestre: si capisce perché Ferguson l’abbia lasciato andare via), Clichy (molto incoraggiante la prova del giovanissimo inglese Gibbs) si sono avvertite appena ma contro il Manchester United servirà un altro Arsenal. I ragazzi di Wenger dovranno tirar fuori la prestazione dell’anno, quella che ancora non hanno fatto vedere ma che hanno nelle corde come visto nel 4-0 rifilato al Porto nel girone eliminatorio. Finora la stagione dei gunners è stata avara di soddisfazioni. Dopo aver dimostrato lo scorso anno di saper fare a meno di Thierry Henry, quest’anno ci si attendeva il passo in avanti da parte di Fabregas e compagni ma anziché ritornare a competere per il titolo, i gunners per mesi hanno stentato a tenere il passo dell’Aston Villa e solo il crollo recente degli uomini di O’Neill gli ha regalato il quarto posto. I bookmakers considerano l’Arsenal la candidata più debole delle quattro semifinaliste, ma l’entusiasmo della banda Wenger può riservare parecchie sorprese. Delle quattro formazioni l’Arsenal è la più fresca atleticamente, un particolare che a fine stagione può essere decisivo. ECL EUROPA

UEFA Champions League 2008-09 / Ritorno Quarti di finale – Londra, Emirates Stadium

ARSENAL-VILLAREAL 3-0 (1-0)

Arsenal: Fabianski, Eboue, Toure, Silvestre, Gibbs, Walcott (Denilson 77′), Song, Fabregas, Nasri, Adebayor (Bendtner 83′), Van Persie (Diaby 77′). Allenatore: Arsene Wenger
Villarreal: Diego Lopez, Angel, Rodriguez, Godin, Capdevila, Cani (Pablo 70′), Eguren, Bruno (Nihat 64), Fernandez (Ibagaza 64′), Pires, Rossi. Allenatore: Manuel Pellegrini

Arbitro: Wolfgang Stark (Germania)
Marcatori: Walcott al 10′, Adebayor al 60′, Van Persie al 69′ (su rigore)
Ammoniti: Silvestre, Gibbs; Eguren, Cani, Godin. Espulso: Eguren (al 68′)

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