


Altro che quasi 60 milioni di euro. Al Barcellona Neymar è costato più del doppio. Le indiscrezioni (alle quali in pochissimi non credevano) erano verissime. E la conferma arriva direttamente dal nuovo presidente del club blaugrana Josep Maria Bartomeu, che ha avuto l’autorizzazione dal padre del giocatore a rivelare tutte le cifre dell’accordo: “Il nostro calciatore è costato 57,1 milioni di euro come dichiarato a suo tempo, ai quali vanno aggiunti i 56,7 milioni di euro di stipendio per i 5 anni di contratto”. Un’importante precisazione che aiuta a capire il perché della causa legale intentata dal socio Jordi Cases e delle conseguenti dimissioni di Sandro Rosell, l’ormai ex primo tifoso dei catalani.
L’ex club di Neymar, il Santos, non trema e dopo le precisazioni del Barcellona sull’operazione ha parlato con il suo presidente Odilio Rodrigues: “Posso dire che ci siamo comportati con integrità, il Santos non teme nulla. Siamo a disposizione per chiarimenti, abbiamo agito con onore”.
La posizione del club paulista è chiara, visti i dettagli spiegati in conferenza stampa dal dirigente del Barca, Raul Sanllehi: “Al Santos sono andati 17,1 milioni, ai quali potrebbero aggiungersene altri 2 milioni qualora Neymar fosse tra i finalisti del Pallone d’Oro. L’accordo prevedeva anche due amichevoli, la prima delle quali ha fruttato al Santos 2,5 milioni di euro mentre nel caso in cui non venga disputata la seconda, il Barca dovrà pagare una multa di 4,5 milioni”. Ai quasi 20 milioni di euro vanno aggiunti i 40 pagati alla «N&N», la «Neymar e Nadine», società dei genitori del calciatore che non è associabile per nessun motivo alla società bianconera.
“A Neymar – ha proseguito Sanllehi – restava un anno di contratto col Santos. La N&N aveva il diritto di decidere dove avrebbe giocato il ragazzo e c’era una clausola risarcitoria qualora l’accordo non fosse stato rispettato. Il Barcellona è semplicemente arrivato prima degli altri anche se fra il 2012 e l’inizio del 2013, si è scatenata quasi un’asta, molti club hanno parlato con l’entourage del giocatore ma eravamo tranquilli perché pensavamo che, avendo pagato 40 milioni, non ce l’avrebbero tolto. Eppure suo padre ci ha mostrato l’offerta di una società pronta a pagare prima 60 e poi 100 milioni di euro. Ma il ragazzo ha rinunciato a queste proposte e ha preferito il Barcellona. C’era un club che gli offriva il doppio dell’ingaggio che gli avevamo proposto ma ha preferito noi”.
Il nuovo presidente del Barca Bartomeu ha ribadito che tutto è stato fatto nel rispetto delle regole e che se il socio Cases dovesse promuovere un’azione legale anche contro i successori di Rosell, il nuovo consiglio resterà in carica comunque sino al 2016: “Non ci dimetteremo.Dubito che qualcuno potrà dimostrare che non abbiamo fatto tutto in regola”. Di certo resta un fiume di soldi da far venire i brividi e che pareggia l’altra maxi operazione spagnola che sei mesi fa ha portato Gareth Bale al Real Madrid. E le nuove cifre mettono sotto altra luce le critiche rivolte dai blaugrana alla dirigenza madridista per il costo eccessivo di Bale. Real e Barca hanno dimostrato che le regole del Fairplay finanziario imposte dalla UEFA sono più un alibi dei presidenti per zittire i tifosi che un freno a chi vuol spendere. Per questo motivo già ci si prepara al tormentone che la prossima estate dovrebbe portare Paul Pogba dalla Juventus al Paris Saint Germain o al miglior offerente che si presenterà a Mino Raiola, procuratore dell’asso francese. Per prendersi il miglior centrocampista dell’ultima generazione c’è già la fila. E sarà lotta vera, nessun fairplay. LECHAMPIONS EUROPA
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