Bruno Metsu

Bruno MetsuLi chiamano allenatori giramondo. Sono quelli che trovano riconoscimento in patria solo dopo aver ottenuto successi altrove. Bruno Metsu era uno di questi. Allontanarsi da casa non è mai stato un problema per chi già a 16 anni lasciava la Francia per andare a giocare nelle giovanili dell’Anderlecht. I tre anni a Bruxelles non porteranno al grande salto in prima squadra, dove c’erano compagni del calibro di Rob Rensenbrink, ma serviranno a garantire un contratto col Dunkerque e il ritorno in patria. Un salto all’indietro che lo penalizzerà da calciatore, relegandolo a palcoscenici di rango inferiore, che ospiteranno a una carriera priva di grandi squilli che si concluderà nel 1987 con la maglia del Beauvais. Affrontare (e giocare con) giocatori limitati è una esperienza si rivelerà decisiva nella costruzione dei successi da tecnico di Metsu. La carriera da allenatore, per 13 anni, sembra confinata alla stessa mediocrità che aveva caratterizzato quella da giocatore. La svolta arriva nel 2000 quando viene nominato ct del Senegal e in due anni porta una nazionale di perdenti cronici ai migliori risultati della sua storia: la finale nella Coppa delle Nazioni d’Africa e i quarti di finale nella Coppa del Mondo 2002. Il mondiale nippo-coreano rivela al mondo l’abilità e l’intelligenza di un tecnico sino a quel momento noto solo per una capigliatura che sarebbe passata inosservata in un concerto dei Led Zeppelin ma non in un campo da calcio. L’esordio mondiale del Senegal avviene contro la Francia campione in carica. Partita dal pronostico scontato per tutti o quasi: Metsu spiega ai suoi giocatori quali sono i punti deboli della nazionale francese e li fa lavorare su quelli. Nessuno meglio di lui sa quanto siano decisive motivazioni e convinzione di poter raggiungere un risultato per poi poterlo davvero realizzare. Ma Metsu non è solo un ottimo psicologo è anche un tattico esemplare, capace di adattare gli schemi alle caratteristiche dei suoi giocatori. Non è un caso che con lui El Hadji Diouf era un giocatore immarcabile, in grado di fare la differenza e creare soprannumero contro qualunque avversario, mentre nel resto della carriera  si è rivelato ovunque (anche in nazionale) evanescente, irritante, inutile, dannoso. Superata la Francia 1-0, il Senegal pareggia con Danimarca (1-1) e Uruguay (3-3) e si qualifica per gli ottavi come seconda alle spalle dei danesi. Che tra i killer della Francia campione del mondo ci sia un tecnico francese, mai preso in considerazione dall’establishment della FFF, aumenta le critiche verso la federazione e c’è già chi propone Metsu come futuro ct al posto di Roger Lemerre. Superata la fase a gironi il Senegal negli ottavi supera 2-1 ai supplementari la Svezia; nei quarti, sempre ai supplementari, viene eliminato 1-0 dalla Turchia. Un’eliminazione celebrata come un trionfo in tutto il mondo tranne che in Senegal, dove Metsu viene attaccato dai media nazionali come “unico responsabile della sconfitta”, per non aver ruotato giocatori stanchi dopo i supplementari con la Svezia. La risposta del tecnico transalpino può essere apprezzata oggi più di allora: “Ne riparliamo tra 10 anni, quando tutti saremo ricordati come eroi”. Inutile dire che né il Senegal né i giocatori di punta (Djouf, Fadiga, Diop, Cisse) furono capaci di ripetere quei successi. Al contrario di Metsu che dopo il Mondiale lascia la panchina della nazionale per emigrare in Asia e guidare, al primo tentativo, l’Al Ain alla conquista di campionato, coppa nazionale e AFC Champions League: primo triplete della storia del calcio asiatico. Successi memorabili che contribuiscono a cementare la reputazione di Metsu come miglior erede di Bora Milutinovic, capostipite dei tecnici in grado di adattarsi alle culture più diverse, senza però smarrire la capacità di vincere e insegnare calcio. L’ultima esperienza da allenatore risale a un anno fa quando l’Al Wasl gli affida la panchina occupata sino a qualche giorno prima da Diego Armando Maradona. Un mese dopo la scoperta di un tumore in fase avanzata lo costringe a lasciare l’incarico. ECL AFRICA

Bruno Metsu
Nato il 28 gennaio 1954 a Coudekerque-Village (Francia)
Morto il 14 ottobre 2013 a Coudekerque-Village (Francia)

Squadre
Da giocatore
Hazebrouck (1969-1970)
Anderlecht (1970-1972)
Dunkerque (1972-1975)
Valenciennes (1975-1979)
Lille (1979-1981)
Nice (1981-1983)
Roubaix (1983-1984)
Beauvais (1984-1987)
Da allenatore
Beauvais Giovanili (1985-1987)
Beauvais (1987-1992)
Lille (1992-1993)
Valenciennes (1993-1994)
Sedan (1995-1998)
Valence (1998-1999)
Nazionale Guinea (2000)
Nazionale Senegal (2000-2002)
Al-Ain (2002-2004)
Al-Gharafa (2004-2005)
Al-Ittihad (2005-2006)
Nazionale Emirati Arabi Uniti (2006-2008)
Nazionale Qatar (2008-2011)
Al-Gharafa (2011-2012)
Al-Wasl (2012)

Titoli
Club
1 AFC Champions League (2002–03)
2 Campionati Emirati Arabi Uniti (2002–03, 2003–04)
1 Campionato Qatar (2004-05)
1 Coppa Sceicco Jassim (2005–06)
1 Coppa dell’Emiro (2011)
Nazionali
(Senegal)
Finale Coppa d’Africa 2002
Quarti di finale Mondiali 2002
(Emirati Arabi Uniti)
Coppa delle Nazioni del Golfo 2007

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