
Ramon Calderon non è più il presidente del Real Madrid. Ha rassegnato le dimissioni, dopo che queste erano state richieste, pretese, dai tifosi sconcertati dalla truffa dei soci-non soci.
Il presidente non è caduto sull’acquisto annunciato e poi smentito di Cristiano Ronaldo o sulle scelte del mercato estivo che hanno indebolito la squadra e portato al licenziamento prenatalizio di Schuster e all’arrivo di Juande Ramos, preceduto e seguito dagli acquisti della disperazione di Huntelaar e Lassana Diarra. Tutte situazioni che hanno creato malumori nell’ambiente ma non tali da far cadere ‘el presidente’.
La buccia di banana è stata la partecipazione alle votazioni del club di persone vicine a Calderon che però non aveveno titolo per partecipare. Una truffa scoperta e rivelata all’opinione pubblica spagnola da Marca che ha messo alle strette il presidente. Calderon sulle prime aveva giurato di non sapere nulla di questa storia e di chi l’avesse architettata. Di fronte all’evidenza (alcuni dei votanti abusivi erano suoi parenti) non gli è rimasto che andarsene.
Le elezioni verranno convocate entro un mese e questo avrà ripercussioni anche sul calciomercato in corso, coi candidati che faranno di tutto per presentarsi con l’acquisto più prestigioso da sbandierare. Al Real si vive di fuochi d’artificio.
Operazioni di mercato deludenti, talvolta fallimentari, risultati altalenanti e una generale impressione di mediocrità che mal si addice a una società come il Real Madrid, sono l’eredità della gestione Calderon. Due volte di fila campione di Spagna ma nessuno nei pressi del Bernabeu ha voglia di ricordarselo. ECL