Tripletta di Cristiano Ronaldo, Juventus ai quarti e Atletico a casa. Da lì, in tv, i Colchoneros vedranno la finale della Champions 2019, che si giocherà nel proprio stadio. Disputare la finale al Wanda Metropolitiano era l’obiettivo dichiarato della stagione dell’Atletico, costretto invece a dire addio al torneo dopo aver subito una lezione durissima dai campioni d’Italia.
Se la rimonta di un anno fa contro il Real era stata cancellata da un rigore allo scadere di Ronaldo, stavolta i bianconeri ribaltano il 2-0 dell’andata e completano l’opera proprio grazie a CR7 che dagli undici metri sigla il gol qualificazione a quattro minuti dalla fine dei tempi regolamentari. È la differenza tra avere Ronaldo come compagno anziché come avversario. Differenza molto chiara all’Atletico Madrid, punito in trasferta nelle semifinali della Champions 2017 con un altro 3-0 e anche allora con una tripletta di Ronaldo. Il 2-0 ottenuto stavolta dagli spagnoli all’andata degli ottavi di finale era risultato difficile da ribaltare. Difficile, non impossibile. Perché se è vero che quel risultato metteva l’Atletico nelle condizioni ideali (difesa e contropiede), faceva lo stesso con la Juventus, obbligandola a mettere da parte cinismo e calcoli e mostrare il buon calcio di cui è capace. I bianconeri hanno sorpreso l’Atletico con una gara aggressiva, con uno schema tanto semplice quanto efficace: accelerazioni sulle fasce e palle alte in area. Ogni cross un pericolo per la retroguardia ospite. I primi due gol di Cristiano Ronaldo, al 27’ e al 49’, sono arrivati così.
L’incapacità di Simeone di trovare una contromisura adeguata alla mossa voluta da Allegri ridimensiona parecchio il tecnico argentino: grande motivatore ma tatticamente limitato. Limiti evidenziati dal suo Atletico, incapace di cambiare marcia o avere un piano b. Il 3-0 maturato sul campo è figlio della lezione tattica impartita da Allegri al collega. Scelte non scontate quelle del tecnico livornese. Un binario di desta iperoffensivo con Can, Cancelo e Bernardeschi: Can nel lato destro del trio dei difensori centrali (posizione nella quale a Liverpool con Brendan Rodgers aveva espresso il suo miglior calcio); Cancelo largo all’altezza dei centrocampisti, con Bernardeschi davanti nel ruolo di guastatore. Da lì sono arrivati i pericoli maggiori. Scelte che hanno consentito un avvio di azione più rapido, così come il dinamismo di Spinazzola (all’esordio nel torneo) a sinistra, protetto da Mutuidi. Tutte scommesse vinte. Anche quella, molto azzardata, di tenere in panchina Dybala. L’argentino è stato poi mandato in campo nel secondo tempo, sul 2-0, assieme al baby-fenomeno Kean, per dare il colpo di grazia a un rivale incapace di minacciare la porta di Szczesny. Anche qui Allegri ha centrato l’obiettivo, perché i due neoentrati hanno mandato ancora più in confusione la mitica Maginot biancorossa (ieri in imbarazzante pigiama gialloazzurro), incapace di tenere linea e marcature. Allegri non ha sbagliato una mossa e ha rivelato maturità e coraggio, dimostrando di aver imparato la lezione di un anno prima, quando sul 3-0 al Bernabeu contro il Real si era preoccupato di congelare la partita anziché cercare il colpo del ko, finendo poi col subirlo. Avere l’Atletico alle corde era occasione da cogliere al volo e così è stato. Sfiorato il 3-0 in contropiede da Kean, il gol qualificazione arriva poco dopo grazie a una accelerazione di Bernardeschi, che entra in area e viene toccato da Correa (fallo molto simile a quello non rilevato nell’ottavo di finale della Roma a Oporto, che aveva visto protagonista Schick). La trasformazione di Ronaldo mette il sigillo sulla serata perfetta del portoghese e dei campioni di Italia.
Avanti con pieno merito, così come il Manchester City fin troppo facile vincitore contro uno Schalke, che ha affrontato la sfida con l’ardore e la determinazione di chi va in pellegrinaggio religioso: il 7-0 finale fotografa la differenza tra chi ha giocato e chi ha atteso la fine per avere un souvenir da portare a casa. Due partite, dieci gol a zero: con Juventus e City avanzano le migliori. LECHAMPIONS EUROPA
UEFA Champions League 2018-19 – Ritorno ottavi di finale
Torino, Alianz Stadium
Juventus-Atletico Madrid 3-0
JUVE: Szczesny, Bonucci, Chiellini, Joao Cancelo, Spinazzola (Dybala 67′), Matuidi, Pjanic, Can, Ronaldo, Mandzukic (80′ Kean), Bernardeschi. All. Allegri
ATLETICO: Oblak, Juanfran, Godin, Arias (77′ Vitolo), Gimenez, Saul, Koke, Lemar (57′ Correa), Hernandez, Griezmann, Morata. All. Simeone
Reti: Ronaldo 27′ 49′, rig 86′
Arbitro: Kuipers (Olanda)
Ammoniti: Bernardeschi; Juanfran, Gimenez
Manchester, Etihad Stadium
Manchester City-Schalke 04 7-0
CITY: Ederson Moraes, Walker, Danilo, Laporte (72′ Delph), David Silva (64′ Foden 64′), Gundogan, Zinchenko, Bernardo Silva, Aguero (64′ Gabriel Jesus), Sterling, Sané. All. Guardiola
SCHALKE: Fahrmann, Oczipka, Bruma, Stambouli, Sané, Konoplyanka, Bentaleb, Serdar, McKennie (74′ Mendyl), Burgstaller (79′ Teuchert), Embolo (69′ Skrzybski). All. Tedesco
Reti: Aguero rig 35′, 38′, Sané 42′, Sterling 56′, Bernardo Silva 71′, Foden 78′, Gabriel Jesus 84′
Arbitro: Turpin (Francia)
Ammoniti: Danilo, Zinchenko; Bruma