
Record uguagliato per detentori del trofeo, grazie al due pari segnato da Wayne Rooney al 52′ dopo che i danesi avevano rimontato il gol di Tevez al 3′, grazie alle reti di Jakobsen al 32′ e Curth al 45′, abili a punire le distrazioni di Kuszczak e O’Shea (spiegazione evidente del perché siano riserve da anni). Il pareggio consente ai danesi di proseguire l’avventura europea in Uefa e di ottenere il dodicesimo risultato utile da quando Allan Kuhn ha preso il posto in panchina dell’ex Arsenal Bruce Rioch. La partita rischia di avere però strascichi disciplinari per Wayne Rooney, colpevole di una presa da lotta libera nei confronti di Kasper Risgard poco prima dell’intervallo, sfuggita all’arbitro. Il risultato dell’Old Trafford vanifica il comodo 2-0 ottenuto dal Celtic contro un Villareal in dieci dal 35′ per l’espulsione di Franco. Per i biancoverdi gol di Maloney di testa al quarto d’ora e di McGeady (tiro dal limite dopo una cavalcata senza ostacoli di cinquanta metri) prima del riposo. Ancora una volta la squadra di Strachan è fuori dall’Europa prima di natale. I successi domestici hanno stancato e questo nuovo fallimento potrebbe portare a un cambio di guida tecnica a fine stagione.La prima di Juande Ramos col Real Madrid è stata salutata da un rotondo 3-0 sullo Zenit San Pietroburgo. Il nuovo tecnico ha confermato le ultime scelte di Schuster, riproponendo in difesa Michel Salgado e Marcelo sulle fasce e Sergio Ramos al centro assieme a Cannavaro, e gli olandesi Robben e Van der Vaart sulle ali con Gago e Guti in mezzo alle spalle di Higuain e Raul. E nella ripresa si è rivisto Metzelder, schierato terzino destro. La doppietta del capitano (bellissimo il secondo su pallonetto) e il gol di Robben sono stati salutati dai caldi applausi del Bernabeu, pronto per una volta a incoraggiare i suoi giocatori in vista della classica di sabato prossimo contro il Barcellona. Quella di Madrid potrebbe essere stata l’ultima gara di Arshavin con la maglia dello Zenit, dopo il via libera del suo allenatore Dick Advocaat: «Giocatori del suo livello devono essere lasciati liberi di scegliere e di confrontarsi con i migliori. Se lui vuole andare via, a questo stadio della sua carriera, è giusto lasciarlo andare».
Il Bayern Monaco conferma l’ottimo momento di forma andando a vincere a Lione 3-2. Due gol di Klose e uno di Ribery nei primi quarantacinque minuti sono stati sufficienti a evidenziare in modo impietoso il divario che separa la Ligue 1 dalla Bundesliga. I campioni di Francia dominano indisturbati da anni in patria ma in Europa, sembrano sempre meno competitivi dopo il picco raggiunto tra il 2005 e il 2006 quando Juninho e compagni avevano dato lezioni di calcio al Real Madrid di Luxemburgo prima e Capello poi. Nella ripresa i gol di Govou al 53′ e Benzema al 68′ hanno avuto il merito di rendere meno umiliante la sconfitta. In finire di partita i padroni di casa avrebbero potuto anche pareggiare, ma l’impressione di netta inferiorità rimane. Un gol di Alberto Gilardino dà alla Fiorentina il successo in Romania contro lo Steaua e il passaggio in Uefa, nella speranza di ripetere la bella cavalcata dello scorso anno.
Nel gruppo G l’Arsenal non onora nel migliore dei modi la gara numero 700 di Arsene Wenger sulla panchina dei Gunners. In Portogallo la partita è a senso unico e solo la buona giornata di Almunia (capitano, vista l’assenza di Fabregas) ha evitato un punteggio più elevato. Il 2-0 firmato da Bruno Alves e Lisandro Lopez vale al Porto il primo posto nel girone. Già sicura del posto in Uefa la Dinamo Kiev si limita a vincere 1-0 sul Fenerbahce grazie a un gol di Eremenko al 20′. Ben altre le ambizioni alla vigilia del torneo per i turchi di Aragones, che dovranno trovare in patria il modo di salvare la stagione. ECL
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