Special one? Unico piuttosto. Come il mercato che Jose Mourinho ha in mente per rafforzare il suo Real.
Solo il tecnico portoghese poteva permettersi, senza arrossire, di dire “non voglio far spendere così tanti soldi al mio nuovo presidente” (per il pagamento all’Inter dei 16 milioni previsti dalla clausola di rescissione) e poi presentarsi da Florentino Perez per chiedere, nell’ordine, l’acquisto di Steven Gerrard, Wayne Rooney, Maicon e Aleksandar Kolarov. Non arrivasse Gerrard il “ripiego” a centrocampo sarebbe Daniele De Rossi. Giusto per dare l’idea di dove abbia posto l’asticella il tecnico portoghese: voglio il meglio, e se non arriva allora non potete pretendere da me che vinca come vi avevo promesso.
Ma ci vuole proprio un tipo speciale per far vincere una squadra che ambisce a schierare i migliori giocatori del mondo in ogni ruolo? Il dubbio inizia a serpeggiare anche tra i tifosi delle merengues (“La squadra c’è, lui deve solo farla vincere”), che avevano accolto Mourinho come l’unico in grado, da solo, di trasformare una manica di belli e perdenti in una formazione invincibile. Invece si trovano di fronte all’ennesimo tecnico che presenta una sua lista della spesa, incapace di far rendere al meglio i campioni già in organico. Solo Del Bosque c’era riuscito. Al contrario Capello, Schuster, Ramos e Pellegrini non hanno esitato a sbrazzarsi di giocatori di talento che avevano la sola colpa di essere stati scelti dal predecessore. E’ successo a Cambiasso, Samuel, Cassano, Robinho, Huntelaar, Robben, Sneijder. Lo stesso accadrà con Xabi Alonso e, soprattutto, Rafa Van der Vaart. Mourinho non ha ancora diretto un allenamento ma è già riuscito a tagliare col passato: al Bernabeu si riparte da zero.
Intanto il Barcellona, dopo aver acquistato David Villa, continua l’inseguimento a Cesc Fabregas e Robinho. La speranza è prenderne almeno due. Il neoeletto presidente Sandro Rosell, entrerà in carica dal 1 luglio, e ha già fatto sapere che il primo obiettivo non è un giocatore ma il prolungamento del contratto di Guardiola sino al 2016. Per Fabregas finora non sono stati sufficienti 35 milioni di euro per convincere l’Arsenal a lasciarlo partire: si potrebbe chiudere a 45. Il Manchester City invece è pronto a dare Robinho, che ha più volte manifestato l’intenzione di non voler più giocare con la squadra di Mancini, ma chiede Ibrahimovic e Yaya Touré: la trattativa può sbloccarsi se gli inglesi aggiungono un po’ di sterline. Ibra potrebbe invece finire a Milano, sponda Milan, in uno scambio con Pato. Il brasiliano assieme all’ex compagno Kakà è uno dei due nomi fatti da Ancelotti ad Abramovich per rinforzare il Chelsea, ma l’idea di giocare con Messi, Xavi e Iniesta eccita il giovane asso rossonero più del ritrovare a Londra il suo vecchio allenatore. Ma il vero sogno di Rosell è Fernando Torres: i reds vogliono 70 milioni e nessuna contropartita tecnica. ECL