Verdeoro. Illuminato dai colori della nazionale brasiliana impegnata nei mondiali in Sud Africa, il Maracanà ha festeggiato i suoi 60 anni.
Inaugurato il 16 giugno 1950, lo stadio di Río de Janeiro è più di un monumento nazionale. Il Colosseo calcistico per antonomasia. Un simbolo universale.
La Fifa lo ha classificato come uno dei dieci stadi storici assieme a quelli di Wembley a Londra, Santiago Bernabeu a Madrid, San Siro a Milano, Azteca a Città del Messico, Rasunda a Stoccolma, Olympiastadion a Monaco di Baviera, Centenario a Montevideo, Rose Bowl a Pasadena e Velodrome a Marsiglia. E riesce a primeggiare anche all’interno di questa ristrettissima elite – che non comprende il De Meer di Amsterdam, l’Anfield Road di Liverpool, il Camp Nou di Barcellona o l’Old Trafford di Manchester solo per dare l’idea dell’esclusività di questa top 10 – perché teatro di eventi che hanno segnato la storia di questo sport come la sconfitta ai Mondiali del Brasile contro l’Uruguay il 16 luglio 1950 davanti a 199.954 spettatori o il millesimo gol di Pelè segnato su rigore contro il Vasco da Gama il 14 novembre 1969. Il Maracanà, che prende il nome del fiume ed è stato ribattezzato Mário Filho, in onore del più grande giornalista sportivo del Paese, è nei fatti un patrimonio dell’umanità: il suo nome, come quelli di Pelè e Maradona, in ogni angolo del pianeta viene identificato con il gioco del calcio. Un’identificazione così profonda e immediata che può essere paragonata a quella dei Beatles con la musica rock, di Beethoven con la classica, di Picasso con la pittura. Non c’è bisogno di essere esperti o appassionati per sapere: certe associazioni esistono e sono riscontrabili ovunque.
Il Maracanà si rifarà il trucco in vista dei Mondiali 2014 assegnati al Brasile: la capienza non dovrebbe superare i novantamila spettatori, meno della metà rispetto a sessant’anni fa. L’auspicio è che il restyling e le maggiori comodità non eliminino quel fascino unico della circonferenza verde che ancora comprende il rettangolo di gioco e dei vecchi gradoni in cemento che ospitavano la torcida di Flamengo, Fluminense, Vasco e Botafogo, già ricoperti dalle più convenzionali poltroncine. Buon compleanno Maracanà, ma il pensionamento è dietro l’angolo: il rischio di ritrovarsi con un simil Emirates o Allianz Arena esiste. ECL