Neymar (Santos)

Era e resta il torneo più affascinante del pianeta. Se storia, tradizione, peculiarità e prestigio non difettano nemmeno alle altre Champions League, nessuna delle competizioni continentali può vantare la varietà di stili calcistici, distanze e condizioni climatiche della Coppa Libertadores.

L’altitudine è un elemento che differenzia questo torneo da qualunque altra coppa internazionale. Elemento capace da solo di riequilibrare confronti dal pronostico scontato. Per le formazioni brasiliane, argentine e uruguaiane i 3640 metri di La Paz, i 2763 di Quito, i 2665 di Lima, sono un incubo. Così come la durata di certe trasferte, aumentata da quando nel 1998 sono state ammesse nel torneo anche le squadre messicane (quest’anno Cruz Azul e Chivas). Velez Sarsfield e Chivas, sorteggiate nel girone 7, dovranno percorrere quattro volte i 7699 km che separano Buenos Aires da Guadalajara, poco meno di quanti separano Roma da Pechino. E che questo sia un fattore decisivo lo dicono i numeri: nelle 12 partite dei Preliminari, 8 vittorie casalinghe e 4 pareggi; e la sorpresa che ha accolto i tre successi esterni del Nacional Montevideo in casa del Vasco da Gama, del Cruz Azul ad Asuncion, del Velez in casa del Defensor,nelle partite che la scorsa settimana hanno dato il via alla fase a gironi.

L’importanza del fattore campo spiega perché nazioni come Ecuador o Cile a livello internazionale abbiano avuto più successo coi club che con la nazionale. I recenti exploit della Liga de Quito (vincitrice tra il 2008 e il 2010 di Libertadores, Sudamericana e Recopa) e dell’Universidad de Chile (che ha conquistato la Sudamericana 2011 senza sconfitte), non si spiegano certo solo con l’alta quota ma il vantaggio è innegabile. Vantaggio che scompare in occasione dei tornei giocati in campo neutro: è stato (quasi) sempre così per le nazionali in occasione di Coppa America e Mondiali e la conferma è arrivata anche dal Mondiale di club 2008, dove la Liga de Quito non è andata oltre a un tiro in porta nella finale di Tokyo, contro un Manchester United in dieci uomini per quasi l’intero secondo tempo. E proprio l’assenza della Liga de Quito dalle 32 squadre che si sfidano per la conquista del massimo alloro del calcio sudamericano, è una delle novità della 53a edizione.

Juan Roman Riquelme (Boca Juniors)
Juan Roman Riquelme (Boca Juniors)

Assenza compensata dal ritorno, dopo un paio di stagioni, del Boca Juniors. Per blasone e forma recente il Boca, che farà il suo ingresso nel torneo in Venezuela contro lo Zamora, va inserito di diritto tra i favoriti, ma l’handicap di due stagioni senza la tensione del doppio impegno campionato-Libertadores potrebbe rivelarsi più decisivo della classe di Riquelme, della prolificità di Dario Cvitanich e della fluidità di gioco ritrovata sotto la guida di Julio César Falcioni. Al contrario il Velez Sarsfield, eliminato lo scorso anno in semifinale dal Penarol e due stagioni negli ottavi dal Chivas, ha nelle sue corde l’abitudine al doppio impegno e ha in Ramirez, Martinez e Obolo i suoi punti di forza. Sono queste le due squadre di punta del contingente argentino, che comprende anche Arsenal Sarandì (facile vittoria nel preliminare sullo Sport Huancayo) e Godoy Cruz, che avrà vita dura nel girone 8 che comprende Penarol (vicecampione uscente), Nacional Medellin e Universidad de Chile (detentore della Sudamericana). I cileni hanno perso Vargas (passato al Napoli) ma possono vantare un sostituto ancora più esplosivo: il 22enne peruviano Raúl Ruidíaz, preso dall’Universitario, promette di essere uno dei grandi protagonisti del torneo.

Ruidiaz (Universidad de Chile)
Ruidiaz: la ‘Pulce’ peruviana è già un idolo dei tifosi della U

Il contingente brasiliano con sei squadre è il più numeroso. Il Flamengo di Vagner Love e Ronaldinho (che ha determinato il licenziamento di Vanderlei Luxemburgo e la sua sostituzione con Joel Santana) può essere considerato la risposta brasiliana al Boca: grandi individualità, grandissime ambizioni ma in campo internazionale è buio pesto e pesa ancora l’ombra della pesante eliminazione dello scorso anno in Sudamericana. Concentrazione e costanza di rendimento non sono tra i punti di forza dei rossoneri ma senza in Coppa si fa poca strada. Già chiamato al riscatto il Vasco da Gama di Juninho Pernambucano e Dedè, che ha esordito la scorsa settimana perdendo in casa 2-1 col Nacional di Alvaro Recoba (che potrà schierare i nuovi acquisti Porta e Renato César solo in caso di passaggio del turno). Grandi ambizioni anche per il Corinthians, ancora alle prese con i problemi di peso di Adriano (comunque incluso da Tite nella lista presentata alla Conmebol), e il Fluminense di Fred, Thiago Neves, Rafael Moura e Deco.

Neymar (Santos)
Neymar, asso del Santos

Ma sono Internacional e Santos, vincitrici delle ultime due edizioni del torneo e finite entrambe nel gruppo 1, le esponenti di punta del calcio verdeoro. Oscar, Tinga, D’Alessandro e Leandro Damiao restano i punti di forza dell’Internacional: i Colorados dopo aver eliminato l’Once Caldas nel preliminare hanno vinto 2-0 la gara d’esordio nella fase a gironi contro i peruviani del Juan Aurich. Ma la pole position spetta ai campioni uscenti del Santos, che esordiranno domani a La Paz contro The Strongest. I bianconeri sono riusciti a trattenere Neymar e Ganso ben oltre la scadenza del Mondiale per club perso in Giappone contro il Barcellona. Quella blaugrana dovrebbe essere la nuova casa di Neymar ma solo dopo la Coppa del Mondo 2014, mentre il numero dieci ha rinnovato sino al 2015 nonostante le voci di cessione sicura: “Effettivamente il Porto ci aveva chiesto Ganso ma nella cifra credo abbiano dimenticato almeno uno zero. Insomma, l’offerta era ridicola” è stata la spiegazione del presidente Luis Álvaro de Oliveira Ribeiro. La scelta di tenere il regista riempie di felicità il tecnico bianconero Muricy Ramalho, che ha sempre indicato in Ganso l’uomo-chiave della manovra dei campioni del Sud America: “E’ l’unico che sa quando è il caso di alzare o abbassare il ritmo di gara. Per noi è fondamentale e insostituibile”. Ma la stella più brillante resta sempre quella di Neymar, fresco autore di una splendida tripletta nel 4-1 al Botafogo nell’ultimo turno del campionato Paulista. ECL AMERICA

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