Gian Piero Gasperini
Gian Piero Gasperini
Gian Piero Gasperini: condannato in partenza

L’Inter esonera Gian Piero Gasperini. Ennesimo tecnico sacrificato sull’altare di una squadra capace di bruciare tre allenatori in un anno. I numeri sono impietosi con Gasperini: sconfitta nella Supercoppa italiana, nella prima di Champions League contro il Trabzonspor, in due partite di campionato su tre. Lo 0-0 interno con la Roma è il miglior risultato della gestione Gasperini, primo allenatore della storia dell’Inter ad essere esonerato senza aver vinto una partita: 4 sconfitte e un pari nei cinque match ufficiali che hanno visto l’ex tecnico del Genoa sulla panchina nerazzurra.
Il 3-1 rimediato a Novara, al termine di 90 minuti inguardabili che prestano il fianco a qualsiasi interpretazione (giocatori logori, senza personalità, ammutinati), ricorda il 3-0 rimediato in Champions League a Brema poco meno di un anno fa alla vigilia della trasferta per il Mondiale per club di Abu Dhabi, dove era finita l’avventura di Rafa Benitez. Anche allora, nonostante dichiarazioni pubbliche di segno opposto, la squadra non seguiva il tecnico, colpevole di aver voluto cambiare tattiche, abitudini e gerarchie consolidate. Lo stesso trattamento è toccato a Gasperini. E oggi come allora è evidente quanto gli allenatori dell’Inter siano ostaggio di alcuni senatori, incapaci – per età e condizione fisica – di adattarsi ad altri moduli di gioco che non siano la difesa-bassa-e-contropiede perfezionata da Mourinho. Sia il 3-4-3 di Gasperini che il 4-2-3-1 di Benitez, prevedevano una linea di difesa alta e un pressing nella trequarti avversaria (anziché nella propria come accadeva con lo Special one): tattiche troppo dispendiose e rischiose per i giocatori di maggior peso dello spogliatoio nerazzurro.
Pigrizia, incapacità, indisponibilità: qualunque sia la ragione il risultato finale è il boicottaggio di ogni possibile novità. Paradossalmente, in un quadro del genere anche il peso della cessione di Samuel Eto’o (rimpiazzato con Zarate e Forlan) finisce per essere ridimensionato: nella squadra vista a Novara sarebbe naufragato anche il camerunense (come del resto gli è capitato di fare nell’ultimo turno di campionato russo, perso dall’Anzhi Makhachkala in casa del Kuban Krasnodar).
Non inganni l’effimera parentesi Leonardo. Dopo aver ottenuto la testa di Benitez la squadra ha dato l’anima per il brasiliano e ha firmato imprese come il successo all’Allianz Arena di Monaco di Baviera; ma sotto la sua guida sono arrivate le brutte figure contro Milan e Schalke, che evidenziavano in modo inequivocabile l’incapacità di gente come Maicon, Cambiasso, Stankovic e Thiago Motta di reggere ritmi e intensità elevate. Sono tutti ancora lì. Come chi ha acquistato Diego Forlan, per scoprire, a contratto firmato, che l’ex punta dell’Atletico Madrid non era utilizzabile nelle coppe europee. Il nuovo tecnico nerazzurro dovrà essere un pragmatico restauratore: tra i nomi disponibili Claudio Ranieri è quello che più si avvicina all’identikit. La Roma ereditata da Spalletti sembrava, proprio come quest’Inter, una squadra logora, ormai al capolinea: il tecnico romano l’ha portata a sfiorare lo scudetto. All’Inter attuale un secondo posto può bastare. ECL EUROPA

©LECHAMPIONS.it. Tutti i diritti riservati/All rights reserved.