Campioni nascosti.

Heinz Stuy e Horst Blankenburg: portiere e libero della Grande Ajax. Due quarti della spina dorsale della squadra che aveva dominato la prima metà degli anni Settanta, gli altri due erano Arie Haan e Johan Cruyff. Binomio scolpito nella memoria collettiva quest’ultimo, completamente dimenticato il primo.

Coppa Campioni 1973: Sepp Maier precede a capo chino Heinz StuyEppure Stuy e Blankenburg di quell’Ajax sono stati giocatori-chiave, sempre presenti, certamente non figure di contorno. Non meno strumentali ai successi della formazione forgiata da Rinus Michels e Stefan Kovacs di grandi come Johan Neeskens o Johnny Rep, sempre ricordati anche da chi non li ha mai visti giocare.
In tre anni, tra il 1971 e il 1973, questi giocatori hanno vinto tre Coppe Campioni, due campionati, due coppe d’Olanda, due Supercoppe europee, una coppa Intercontintale. La prima metà degli anni Settanta è stata segnata da quell’Ajax: così dominante da imporsi in blocco anche in nazionale, finendo poi quasi per sovrapporsi e diventarne sinomino. Quando si parla di “calcio totale” ormai ci si riferisce indifferentemente all’Ajax o all’Olanda di Cruyff, come fossero la stessa cosa. In realtà delle differenze c’erano: la nazionale poteva schierare il bomber dell’Anderlecht Rob Rensenbrink e il genio del Feyenoord Win Van Hanegem, l’Ajax no. Non solo.
La nazionale avrebbe anche potuto mettere tra i pali Heinz Stuy e non lo fece mai. Gli venne preferito Jan Jongbloed. Scelta non scontata: al tempo l’Olanda poteva contare su altri portieri di livello come Piet Schrijvers, Eddy Treijtel e il migliore di tutti: Jan Van Beveren, numero uno del PSV Eindhoven dal 1970 al 1980 ma puntualmente fatto fuori in occasione dei Mondiali. Del quintetto Stuy fu l’unico cui non venne data nemmeno una possibilità. Mai schierato pur avendo stabilito il primato di imbattibilità in campionato (1082 minuti) e riuscendo a restare imbattuto in tutte le tre finali di Coppa Campioni disputate: Stuy è l’unico olandese di quell’Ajax a non aver mai indossato la maglia della nazionale.

Horst Blankenburg: apprezzato ovunque tranne che in patriaChi avrebbe potuto indossarla e ha deciso di non farlo è Horst Blankenburg. Tedesco, arrivato all’Ajax nel 1970, era il regista della difesa biancorossa: Barry Hulshoff al suo fianco, Wim Suurbier e Ruud Krol sulle fasce. E’ lui a chiamare il fuorigioco e tenere alta la linea del quartetto di difesa. Imporsi come uno dei migliori liberi in Europa e soprattutto il più innovativo – unico punto di riferimento per allenatori e colleghi desiderosi di imitare la trappola dell’offside praticata dall’Ajax – non gli vale un posto in nazionale. Nella Germania Ovest quel ruolo è occupato da Franz Beckenbauer che nonostante le eleganti incursioni in avanti ne dà un’interpretazione più tradizionale. Il ct Helmut Schön non prende mai in considerazione l’opzione Blankenburg. Non lo chiama mai e per questo Cruyff alla vigilia dei mondiali del 1974 cerca di convincerlo a rendersi disponibile per la convocazione olandese. Prova a pungolarlo: “Non ti chiamerà mai. Se vieni con noi, pensa che rivincita su Schön e tutti gli altri: sarai l’unico tedesco a diventare campione del mondo. L’unico a diventarlo a casa propria con una maglia diversa”. La speranza di poter giocare il mondiale in patria con la maglia della sua nazione è più forte delle tentazioni e dell’insistenza del compagno-capitano. Blankenburg non cede. Schön neppure: il libero dell’Ajax vedrà i mondiali tedeschi in tv. La Germania conquista il titolo a Monaco di Baviera superando 2-1 in finale l’Olanda, dopo che Neeskens aveva portato in vantaggio gli olandesi al primo minuto. Il successo tedesco sull’Arancia meccanica olandese, così impensabile alla vigilia e apparentemente casuale, arriva poche settimane dopo il primo dei tre successi consecutivi del Bayern in Coppa Campioni. Si tratta di un passaggio di consegne ma al momento nessuno lo sa. Per l’Olanda ci sarebbe stato spazio per altre due finali mondiali perse (nel 1978 e nel 2010) e per l’Ajax per un’altra Coppa Campioni (nel 1995): ma niente più a che vedere col Calcio totale di quei primi anni Settanta. 
Blankenburg nel 1975 lascia l’Ajax per tornare in Bundesliga: con la maglia dell’Amburgo in due stagioni conquisterà una Coppa di Germania e una coppa delle Coppe. Nel 1976 anche Stuy abbandona l’Ajax per passare al Football Club Amsterdam e chiudere la carriera due anni più tardi. ECL

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