L’ex bomber in coppia con Kevin Keegan è il sogno dei tifosi per rilanciare una squadra da anni in crisi nonostante campagne acquisti faroniche.

La sequenza è quella di una squadra allo sbando. Mercoledi scorso, dopo una gestione durata appena 24 partite, Sam Allardyce dava l’annuncio della chiusura “consensuale” del rapporto che lo legava al Newcastle: «Sono deluso ma auguro al club il meglio per il futuro. In verità non mi aspettavo una fine così». Poi nel weekend, contro il Manchester United, è arrivata la risposta dei giocatori, sconfitti 6-0 all’Old Trafford. Un’umiliazione meritata da un gruppo mai all’attesa delle (enormi) aspettative ma mai sul banco degli imputati. Avrebbero dovuto finirci gli eterni infortunati Michael Owen e Damien Duff, i raramente all’altezza Nicky Butt e Belozoglu Emre, i mediocri difensori che si sono alternati in questi ultimi anni davanti a un eroico Shay Given. Per non parlare dei recentissimi Alan Smith e Joey Barton. Ancora oggi Mike Ashley, proprietario del Newcastle dall’estate scorsa, accusa solo Allardyce (ultimo acquisto della passata gestione): «Non ho seguito il mio istinto e ho sbagliato. Dovevo licenziare Sam molto tempo prima. Si vedeva che le cose non funzionavano e che la squadra non giocava bene. Io voglio rivedere il Newcastle che si vedeva con Keegan, una squadra di cui tutti possono ammirare il coraggio e il bel gioco. Contro gli Spurs, come contro il Chelsea o il Manchester United».
La piazza, che non ha mai amato Allardyce e i suoi propositi di “gioco solido e efficace”, vorrebbe in panchina due leggende viventi Alan Shearer o Kevin Keegan, meglio ancora se insieme. Sono gli unici in grado di riscaldare i cuori di una delle tifoserie più entusiaste e amanti del calcio offensivo. Uno Zeman qui troverebbe la dimensione ideale.
Serve una scossa di questo tipo per cambiare l’aria a St. James’ Park, dove tra i fan si respirano rabbia e delusione per campagne acquisti faraoniche seguite puntualmente da batoste e risultati mediocri. Stati d’animo comprensibili dopo la lunga serie di fallimenti che ha visto cadere anche manager di prima grandezza come Kenny Dalglish, Ruud Gullit, Graeme Souness, Bobby Robson e Glenn Roeder. Tra i nuovi papabili oltre al duo da sogno Shearer-Keegan, l’ex manager di Liverpool e Lione Gerard Houllier o l’ex ct inglese Glenn Hoddle, uno che ha sempre amato e praticato il bel gioco. Il valzer è appena iniziato. LECHAMPIONS EUROPA

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