La storia diceva altro: il Celtic in trasferta perde quasi sempre (dal 2003 neanche una vittoria su 22 trasferte) e quando ha perso la gara di andata non ha mai passato il turno.
Da ieri non è più così: anche il Celtic sa risorgere. Il gol di McDonald allo scadere della prima frazione riportava il discorso qualificazione in parità dopo la sconfitta di una settimana fa a Glasgow. I padroni di casa provavano a bucare il muro scozzese (ottima la prova in mezzo al campo dell’ex atalantino Donati) e per ben due volte era il terzino destro Andres Hinkel a salvare per ben due volte sulla linea di porta con Boruc battuto. Quando i supplementari sembravano certi, arriva l’occasione d’oro per Shaun Maloney di siglare il 2-0 per gli scozzesi, ma Gabulov salva la Dinamo Mosca. Ma pochi secondi dopo, in pieno recupero, è Samaras (mandato in campo da Mowbray al 79′ al posto di McDonald) a superare il portiere moscovita. L’arbitro concede altri sei minuti di recupero prima di dare il via libera ai festeggiamenti biancoverdi.
Dopo i novanta minuti dell’andata il Celtic era la maggiore indiziata al ruolo di “vittima illustre” del Terzo turno preliminare. Se lo accaparra invece lo Shakhtar, che dopo aver pareggiato 2-2 in casa non è andato oltre lo zero a zero in Romania, un risultato che garantisce il passaggio del turno al Timisoara. Per i vincitori dell’ultima edizione della Coppa Uefa un brusco e inatteso stop alle ambizioni di consolidare la fresca gloria continentale.
Fa meno notizia ma soprende ugualmente l’uscita del Bate per mano del Ventspils nonostante il successo per 2-1 allo stadio Gorodskoi di Borisov. I campioni bielorussi, che avevano entusiamato nella precedente edizione raggiungendo la fase a gironi, non sono riusciti a completare la rimonta. Dopo aver perso in Lituania 1-0, andavano in svantaggio al 14′ per merito di Tigirlas. Ma una doppietta di Krivets al 43′ e al 57′ li rimetteva in corsa e con mezzora da giocare l’impresa sembrava a portata di mano. Ma proprio quando arrivava il momento di sferrare il colpo del ko, la squadra di casa balbettava, perdeva incisività e, alla fine, la qualificazione.
Ancora più bruciante l’eliminazione dello Slavia Praga che segue di un giorno quella dello Sparta. Dopo l’0-0 dell’andata in Moldavia lo Slavia era nettamente favorito nei confronti dello Sheriff. Bastava un gol e arrivava già al 15′ grazie a Hlousek, difensore schierato come seconda punta da Jarolim, che di testa metteva in rete, intervenendo su una conclusione di Vomacka. Fallito il raddoppio in più occasioni, lo Slavia aspetta in tranquillità il fischio finale quando Nadson all’ultimo minuto di recupero Nadson sigla il gol qualificazione per gli ospiti. Fischio finale in uno stadio ammutolito con tifosi e giocatori di casa sotto choc.
Nessun brivido invece allo stadio Georgios Karaiskakis di Atene dove l’Olympiacos ha ripetuto il punteggio dell’andata contro lo Slovan Bratislava. Stavolta il 2-0 per i ragazzi di Ketsbaia porta le firme dell’ex juventino Enzo Maresca (arrivato in estate dal Siviglia) e Diogo.
Anche gli ungheresi del Debrecen replicano il punteggio di una settimana fa contro il Levadia Tallin grazie a un gol di Coulibaly al 70′. Ma, a differenza dell’Olympiacos, il Debrecen ha sofferto e rischiato parecchio e deve dire grazie al suo portiere Poleksic se può festeggiare il passaggio del turno. Nessun problema invece per lo Zurigo che vince 3-0 a Maribor e il Copenhagen cui basta lo zero a zero in Norvegia contro lo Stabaek. Il Partizan doveva rimontare lo 0-2 rimediato a Nicosia contro l’Apoel e il gol di Moreira dopo appena tre minuti sembrava spianare la strada verso la più classica delle rimonte. Non era così: i campioni di Cipro si difendevano con ordine sino alla fine e, nonostante qualche rischio, riuscivano a meritare la qualificazione. ECL
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