Oscar Bernardi (Brasile)

Bisturi e clava. Oscar Bernardi aveva il doppio registro che fa di un difensore un centrale completo: elegante e pulito nei recuperi, ruvido e dominante nel gioco aereo. E sapeva tenere la posizione, dote rara tra i connazionali. Oscar abbandonava la difesa solo in occasione dei calci d’angolo in area avversaria, nella migliore tradizione britannica più che brasiliana.

Pele e Oscar
Pele e Oscar: stelle dei Cosmos e del Brasile

Mario Juliato lo nota nelle giovanili del Guaranì e nel 1972 lo mette sotto contratto per il Ponte Preta, dove si impone immediatamente. Due anni dopo, con l’under 20 brasiliana, conquista il titolo di campione del Sud America. Nel 1977 è ormai uno dei difensori più affermati del Brasile e il Palmeiras raggiunge un accordo col Ponte Preta, per 600mila cruzeiros, che però non viene concretizzato. Dopo il terzo posto nel Mondiale d’Argentina, giocato da titolare al fianco di Amaral, già compagno di reparto nel Guaranì, le quotazioni di Oscar salgono ancora e nel 1979 i Cosmos lo portano a New York per poco meno di 17 milioni di cruzeiros. Nella stessa estate viene preso anche l’asso paraguayano Julio Cesar Romero: sono i due colpi principali del club newyorkese.  Ad attenderlo la maglia numero 4 e un’accoglienza da star. Ma l’avventura negli Stati Uniti per l’ex centrale del Ponte Preta è brevissima: dopo appena sette mesi chiede di tornare in Brasile. Nostalgia della famiglia, problema della lingua e, soprattutto, il comportamento dei connazionali nei Cosmos (Oscar non ha mai voluto specificare i compagni ostili ma i brasiliani nella rosa in quella stagione erano Carlos Alberto e Francisco Marinho).

Venuti a conoscenza dei problemi di ambientamento di Oscar a New York, i dirigenti del San Paolo affrettano la cessione ai sauditi di Ailton Lira, che fa affluire nelle casse del club il denaro fresco necessario a riportare in patria nell’estate 1980 lo stopper titolare del Brasile. Intuizione geniale. Sulla carta Oscar e l’uruguagio Dario Pereyra sono una coppia di difensori centrali perfetta: potente il primo, rapido il secondo. L’esordio ufficiale di Oscar Bernardi con la maglia del San Paolo (e fascia di capitano) è da sogno: 4-0 al Corinthians di Socrates, che verrà seguito dal successo nel campionato paulista. Dal campo arrivano solo conferme: Con Dario Pereyra formano il miglior duo di centrali della storia del club, capaci di scambiarsi avversari e posizioni con naturalezza quasi telepatica. 

Oscar Bernardi (Brasile)
Oscar Bernardi, ai Mondiali di Spagna 82

Al Mondiale di Spagna 82 viene schierato titolare accanto a Luizinho, col numero 3 già avuto in Argentina e che lo accompagnerà anche a Messico 86. E’ il Brasile di Zico, Socrates, Eder, Falcao e Cerezo: squadra che con l’Olanda 1974 e l’Ungheria 1954 condivide il primato di nazionale più bella di sempre a non aver mai vinto il Mondiale. Una squadra da sogno condannata a ricordare come incubi i nomi di Paolo Rossi e Enzo Bearzot.

La sconfitta mondiale segna tutti i protagonisti di quella spedizione e in particolare chi, come Oscar, non trova sollievo nel club: “Ho dovuto mandare giù troppe sconfitte negli ultimi tempi. Sono arrivato alla conclusione che il calciatore brasiliano per rendere al meglio ha bisogno di essere trattato con maggior severità”. Al mondiale messicano partecipa ma non scende mai in campo. Né lo farà più con la maglia del Brasile. Un infortunio segna l’inizio della fine anche col San Paolo: il tecnico Pepe lo sostituisce con Wagner Basilio, soluzione che da temporanea diventa permanente. Al silenzio dei primi tempi segue un chiarimento: “Non ho voluto creare problemi alla squadra e ho accettato la panchina ma io penso di essere utile in campo, non fuori. Se per voi non è così, cedetemi”. Con l’arrivo in panchina di Cilinho la situazione precipita: l’allenatore vuole un repulisti e Oscar è il primo della lista. “Vedrete dopo di me toccherà a Dario Pereyra”. Pensa al ritiro ma dal Giappone arriva l’offerta del Nissan, che lo spinge a continuare e chiudere la carriera da giocatore. Esperienza utile a maturare conoscenze e apertura che gli serviranno nella carriera da allenatore (alla guida dei club più prestigiosi degli Emirati Arabi: Al Ittihad, Al Shabab e Al Hilal, sempre protagonisti della Champions League asiatica) e nella creazione di una delle migliori scuole calcio brasiliane. ECL

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