Ci eravamo quasi dimenticati di lui. Ricordate quel calciatore con le treccioline che portava occhiali alla Rocky Roberts anche durante le partite di calcio? E’ da un po’ che non si parlava di Edgar Davids; dell’ex centrocampista di Milan, Juve e Inter che mordeva le caviglie agli avversari senza lasciar loro un solo centimetro. L’olandese, trascurato dal ct degli orange Marco Van Basten («Non convoco più nemmeno Jan Wouters» ha detto ironicamente l’ex bomber rossonero, accomunando Davids all’ex compagno di nazionale ai tempi del successo agli Europei 1988), ha fatto ritorno nel suo Ajax, il club che lo aveva lanciato nel calcio che conta. Da quando pitbull veste nuovamente la maglia dei lancieri il Psv non è più così sicuro di vincere la Eredivisie. Al contrario, l’Ajax può trarre vantaggio dalla prossima sfida di coppa Campioni che opporrà la squadra di Eindhoven al Liverpool e che certamente sottrarrà energie fisiche e nervosa alla capolista.
Fenomeno già in atto, vista la pesante sconfitta (1-5) che il club della Phillips ha subito domenica scorsa proprio con i rivali di sempre che ora si trovano a soli cinque punti dalla vetta. Il team di Henk ten Cate con Davids in campo sembra imbattibile: nei due ko subiti il 34enne mastino non era presente. Raramente un solo giocatore, acquistato a stagione in corso, aveva avuto un impatto simile sui destini di una squadra e di un campionato. Davids ha cambiato l’inerzia della stagione per la sua squadra e per l’intera serie A olandese. Incredibile. Soprattutto se si pensa che il suo ritorno in patria era stato visto più come un buen ritiro prima della pensione, nel quale avrebbe fatto da chioccia in allenamento ai nuovi Lancieri. E’ bastato vederlo in allenamento per capire che la tribuna cui era abbonato nelle ultime settimane a White Hart Lane non aveva nulla a che vedere con le sue condizioni fisiche, quanto piuttosto a un calo di stima da parte del connazionale Martin Jol. Il manager del Tottenham non ha accantonato Davids senza una parola come accaduto a Milano, quando Mancini dopo aver strappato Edgar al Barcellona (dove aveva fatto benissimo) non ha trovato per lui nè una parola nè, tantomeno, un posto in squadra. Poi il rilancio a Londra, seguito dalla frustrazione per l’accantonamento deciso all’inizio di questa stagione: «è ora di dare spazio ai giovani». Come Tom Huddlestone che non ha mai nascosto il dispiacere per la partenza dell’olandese: «Ho imparato tanto e avrei potuto imparare ancora molto da lui. Parlava sempre con noi, ci chiedeva e ci spiegava. Sempre paziente e sempre il primo ad arrivare al campo. Un vero professionista e un ottimo ragazzo».
Ma una volta rientrato in Olanda alla fine di gennaio, appena messo in campo Davids ha fatto vedere di poter fare la differenza. Soprattutto se lasciato libero di occupare gli spazi in avanti anzichè impegnato esclusivamente in compiti di copertura. E adesso i tifosi sperano che questo rientro ripeta i fasti di quello di Frankie Rijkaard, che di ritorno dall’esperienza italiana al Milan, fu capace di prendere per mano la squadra degli allora baby Litmanen e Kluivert (che domenica ha segnato il gol della bandiera del PSV contro la sua ex squadra) e portarla a conquistare la Champions league.
Di certo Edgar è tornato. Non gli era mai balenato per la testa di non recitare più ruoli da protagonista. A differenza di David Beckham ha rifiutato i dollari americani per giocare ancora da protagonista nel calcio che conta. Buon per l’Ajax. Meno per chi lo dava per finito come Martin Jol. O Marco Van Basten. Ma lui è rimasto a Wouters. LECHAMPIONS EUROPAEdgar Steven Davids
Nato il 13 marzo 1973 a Paramaribo, Suriname
Fenomeno già in atto, vista la pesante sconfitta (1-5) che il club della Phillips ha subito domenica scorsa proprio con i rivali di sempre che ora si trovano a soli cinque punti dalla vetta. Il team di Henk ten Cate con Davids in campo sembra imbattibile: nei due ko subiti il 34enne mastino non era presente. Raramente un solo giocatore, acquistato a stagione in corso, aveva avuto un impatto simile sui destini di una squadra e di un campionato. Davids ha cambiato l’inerzia della stagione per la sua squadra e per l’intera serie A olandese. Incredibile. Soprattutto se si pensa che il suo ritorno in patria era stato visto più come un buen ritiro prima della pensione, nel quale avrebbe fatto da chioccia in allenamento ai nuovi Lancieri. E’ bastato vederlo in allenamento per capire che la tribuna cui era abbonato nelle ultime settimane a White Hart Lane non aveva nulla a che vedere con le sue condizioni fisiche, quanto piuttosto a un calo di stima da parte del connazionale Martin Jol. Il manager del Tottenham non ha accantonato Davids senza una parola come accaduto a Milano, quando Mancini dopo aver strappato Edgar al Barcellona (dove aveva fatto benissimo) non ha trovato per lui nè una parola nè, tantomeno, un posto in squadra. Poi il rilancio a Londra, seguito dalla frustrazione per l’accantonamento deciso all’inizio di questa stagione: «è ora di dare spazio ai giovani». Come Tom Huddlestone che non ha mai nascosto il dispiacere per la partenza dell’olandese: «Ho imparato tanto e avrei potuto imparare ancora molto da lui. Parlava sempre con noi, ci chiedeva e ci spiegava. Sempre paziente e sempre il primo ad arrivare al campo. Un vero professionista e un ottimo ragazzo».
Ma una volta rientrato in Olanda alla fine di gennaio, appena messo in campo Davids ha fatto vedere di poter fare la differenza. Soprattutto se lasciato libero di occupare gli spazi in avanti anzichè impegnato esclusivamente in compiti di copertura. E adesso i tifosi sperano che questo rientro ripeta i fasti di quello di Frankie Rijkaard, che di ritorno dall’esperienza italiana al Milan, fu capace di prendere per mano la squadra degli allora baby Litmanen e Kluivert (che domenica ha segnato il gol della bandiera del PSV contro la sua ex squadra) e portarla a conquistare la Champions league.
Di certo Edgar è tornato. Non gli era mai balenato per la testa di non recitare più ruoli da protagonista. A differenza di David Beckham ha rifiutato i dollari americani per giocare ancora da protagonista nel calcio che conta. Buon per l’Ajax. Meno per chi lo dava per finito come Martin Jol. O Marco Van Basten. Ma lui è rimasto a Wouters. LECHAMPIONS EUROPAEdgar Steven Davids
Nato il 13 marzo 1973 a Paramaribo, Suriname
Nei club
Squadre:
Ajax Amsterdam; Milan; Juventus; Barcellona; Inter; Tottenham Hotspur.
Titoli vinti:
Coppa Intercontinentale 1995
Champions league 1995
Supercoppa Europea 1995
Coppa Uefa 1992
Campionato olandese 1994, 1995, 1996
Coppa d’Olanda 1993
Supercoppa d’Olanda 1993, 1994, 1995
Scudetto Serie A 1998, 2002, 2003
Supercoppa Italiana 2002, 2003
Coppa Italia 2005
In nazionale:
74 presenze, 5 gol
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