Aleksander Ceferin (presidente Uefa) e Andrea Agnelli (presidente Eca). Photo credit: UEFA.com

Lo chiamano il modello svizzero: fase a gironi sostituita da un mini-campionato a 36 squadre, che manderà le prime otto direttamente agli ottavi, mentre servirà uno spareggio (“playoffs”) tra le classificate dal nono al 24mo posto, per completare le 16 che si affronteranno per qualificarsi ai quarti. Una serie di paracadute che si aggiungono a quello che assicura due posti anche a chi non si qualifica sul campo (non finisce nelle prime quattro in campionato) ma ha un coefficiente Uefa elevato. Stratagemma che assicura la presenza delle solite squadre anche dopo annate fallimentari.

Se si voleva smarcare definitivamente la Champions League dalla vecchia Coppa Campioni, bisogna dare atto a Aleksander Ceferin e Andrea Agnelli, presidenti Uefa e Eca (l’Associazione dei club europei), di esserci riusciti e aver fatto tabula rasa della competizione ideata da Gabriel Hanot. La forza del format della Coppa dei Campioni originale era la linearità: eliminazione diretta dal primo turno alla finale, ammessi solo i campioni nazionali e i campioni uscenti.

Un modello di semplicità e meritocrazia che ha determinato il successo di una competizione imitata e replicata in tutti i continenti per decenni. La nuova Uefa Champions League a 36 squadre, quella che dovrebbe partire nel 2024, è l’esatto contrario. Devi rileggere due, tre volte prima di capire la formula. Intuitiva quanto il cubo di Rubik.

Messi in fila i vari pezzi si materializza un monumentale compromesso burocratico eretto a tutela di interessi televisivi e grandi club. Gli stessi club che nel 2019, per bocca del presidente Andrea Agnelli, bocciavano la proposta della Fifa di allargare il Mondiale per club a 24 squadre: “Abbiamo ripetutamente sottolineato che il calendario delle gare internazionali e le competizioni sono state concordate e definite fino al 2024. La priorità principale in questa fase deve essere che le parti interessate si impegnino in una valutazione dettagliata di come il panorama del calcio internazionale potrebbe evolvere dopo il 2024 per affrontare specifiche competizioni. La decisione della Fifa di rinnovare la Coppa del mondo per club a partire dal 2021 è una scelta che l’Eca non può sostenere”.

Tradotto: le competizioni Fifa non si possono allargare quelle Uefa sì. Scelta contestata anche dai tifosi delle grandi squadre rappresentate nell’Eca, con una lettera aperta che invita “a accantonare un piano sconsiderato, che sacrifica il futuro del calcio agli interessi di un’élite”.

Nel 2018 la Concacaf Champions League, dopo aver seguito per qualche anno l’esempio europeo, è ritornata alla formula originaria: eliminazione diretta in tutti turni. In controtendenza con l’Uefa e tutte le altre confederazioni. Un caso ancora isolato, purtroppo. LECHAMPIONS EUROPA

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