

Tre espulsi, un rigore sbagliato, quattro gol. Il Beijing Guoan si conferma un osso duro, conduce la partita per un’ora ma poi deve cedere ai coreani. Alla trasferta di ritorno degli ottavi dell’AFC Champions League 2013, il Beijing arriva con qualche assenza e un paio di brutte prestazioni in campionato. Non proprio un buon viatico per una delicata sfida a eliminazione diretta, anche se l’allenatore Stanojevic ostenta fiducia, facendo leva su un pareggio in casa ottenuto all’andata senza subire gol. Siamo bravi a difenderci e colpiamo in contropiede, un gol lo facciamo di sicuro: è questa la sintesi del suo pensiero.
Che non è partita facile per il Seoul lo si capisce subito. Dà un primo avviso il Beijing dopo pochi minuti: Zhang Xizhe calcia al volo di destro al limite dell’area, ma il tiro si spegne di poco alto sopra la traversa. Il vero colpo di scena arriva dopo nove minuti di gioco. L’azione parte con un lungo rinvio del portiere Yang Zhi, da cui si genera un errore di Kim Chi-Woo, che con uno scriteriato retropassaggio di testa serve involontariamente Kanouté. Fiuto del gol affinato dall’esperienza e rimasto a tutt’oggi intatto, il maliano di fronte a Kim Yong-Dae non fallisce l’opportunità, piazzando di destro la palla che entra in rete dopo aver battuto sul palo interno di sinistra.
Il Beijing ha ormai un gioco ben definito, fatto di grande pressing, di ripartenze e fluidità. Certo non è elegantissimo, ma i giocatori dimostrano di seguirlo con grande applicazione. Questo è un merito che va attribuito a Stanojevic, arrivato sulla panchina del Guoan solo lo scorso novembre e bravo a trasmettere le sue idee al gruppo. Ma l’autorevolezza con cui il Seoul aveva giocato al Workers Stadium lasciava prevedere alla vigilia un ritorno in discesa per i coreani. Niente di questo, invece. Perché il Seoul viene colpito a freddo a causa di un proprio, macroscopico errore, e prova a rimettersi in partita costruendo il suo palleggio insistente ma troppo prevedibile per mettere in difficoltà l’organizzata squadra di Stanojevic. Ora che il copione ideale immaginato dall’allenatore serbo si è verificato, ben più efficaci sono gli attacchi degli ospiti, che si trovano in condizione di chiudersi e sfruttare al meglio il loro gioco grazie a un avversario sbilanciato in attacco. Con Escudero fuori per infortunio e un Molina poco ispirato, per il Seoul è Damjanovic l’unico che può fare la differenza. Il montenegrino è il punto di riferimento cui si affidano costantemente i compagni. È lui a offrire sponde e tentare la conclusione; ed è sempre lui a servire un bel cross verso la metà del primo tempo, su cui il capitano Dae-Sung si getta incornando di testa e trovando una grande risposta di Yang Zhi. Con il passare dei minuti la pressione del Seoul si fa però sempre più intensa e pungente. Dae-Sung e Damjanovic hanno ancora le occasioni migliori sul finire della prima frazione, e buon per il Beijing che l’arbitro manda le squadre negli spogliatoi con il risultato ancora fermo sullo 0-1. La pausa, arrivata nel momento migliore del Seoul, è una boccata d’ossigeno per i verdi di Pechino.
La ripresa comincia con lo stesso andamento. Il Seoul si fa pericoloso prima con un colpo di testa di Damjanovic, lasciato incredibilmente solo in area, che finisce di poco alto; poi con un’azione personale di Molina, il cui sinistro dal limite dell’area è ben indirizzato, ma deviato in corner da Yang Zhi. La spinta dei padroni di casa produce l’occasione giusta quando l’arbitro Torki concede un rigore per fallo netto di Zang Xinxin su Molina. Damjanovic pare nervoso, e dagli undici metri fa partire un tiro potente e angolato, che però sbatte sul palo a sinistra rientrando in campo. La partita è accesissima, e con il rigore appena fallito da Damjanovic, il Seoul trova il pareggio grazie ad Adilson, che si ritrova la palla fra i piedi dopo un cross da sinistra di Yun Il-Lok e un pasticcio in compartecipazione fra Xu Yunlong e il portiere: per il giocatore del Seoul, con la porta spalancata davanti, è facile appoggiare in rete da due passi. Sull’onda dell’entusiasmo il 2-1 non tarda ad arrivare. Ancora Yun Il-Lok si getta su una respinta fortuita della difesa ospite, e dal cuore dell’area fa partire un destro violento e preciso che s’insacca alla destra dell’immobile (e stavolta incolpevole) Yang Zhi. Dopo il vantaggio del Seoul, l’impotenza provata dal Beijing innervosisce la partita. Al termine di una sfilza di ammoniti da entrambe le parti, la grottesca espulsione rimediata da Kanouté è il simbolo dello stato d’animo del Guoan: nervoso, confuso, impotente di fronte a un avversario superiore.
Ci ha provato, Stanojevic, a battere il Seoul e raggiungere i quarti per la prima volta nella storia del club di Pechino. Ha tentato l’impresa con tattica difensivista e contando sulla forza di volontà di chi è consapevole della propria inferiorità tecnica rispetto all’avversario. Dopo il pareggio a reti inviolate dell’andata, e il provvisorio 1-0 a Seoul, sembrava anche potercela fare. Ma il Seoul – che a Pechino aveva controllato il gioco e resistito in dieci per mezz’ora a causa di un’espulsione ingiusta – è stato capace di ribaltare il risultato, mantenendo alta la convinzione nei propri mezzi e insistendo con il suo gioco ordinato e armonioso. Il match, comunque, non si è chiuso fino all’ultimo minuto, quando, con le squadre ridotte in nove contro dieci (nel frattempo, oltre a Kanouté, espulsi anche Adilson e Zhang Xinxin), Ko Myong-Jin ha fissato sul 3-1 il risultato finale. Sul 2-1 al Bejing sarebbe bastato un gol per ottenere la qualificazione, e qualche brivido i cinesi erano riusciti ancora a provocarlo, ma più con azioni improvvisate che con schemi preparati da Stanojevic. D’altra parte, senza Kanouté e sostituito Guerron, l’attacco del Beijing si era ridotto a poca cosa. Il Seoul invece avanza meritatamente ai quarti, vincendo e convincendo in virtù di una squadra più completa e brava nel creare gioco più che a distruggerlo. Causa espulsione, Choi Yong-Soo non potrà contare su un uomo importante come Adilson, anche oggi, come all’andata, fra i migliori in campo. Nonostante l’assenza pesante del brasiliano, la squadra ha i mezzi per potersela giocare con tutti, e si candida come una delle favorite al successo finale. ECL ASIA
AFC Champions League 2013 – Ritorno degli Ottavi di finale / Seoul, Seoul World Cup Stadium
FC SEOUL-BEIJING GUOAN 3-1 (0-1)
FC Seoul: Kim Yong-Dae, Kim Jin-Kyu, Adilson, Kim Joo-Young, Kim Chi-Woo (46′ Kim Hyun-Sung); Yun Il-Lok, Ha Dae-Sung, Ko Myong-Jin, Ko Yo-Han; Molina (91′ Ko Kwang-Min), Damjanovic (84′ Yuo Han-Tae). Allenatore: Choi Yong-Soo
Beijing Guoan: Yang Zhi; Lang Zheng, Zhang Xinxin, Xu Yunlong, Lei Tenglong, Matic; Wang Hao (75′ Tan Tiancheng), Zhang Xizhe, Piao Cheng (65′ Jiayi Shao); Kanouté, Guerron (54′ Yun Yang). Allenatore: Aleksandar Stanojevic
Arbitro: Mohsen Torki (Iran)
Reti: Adilson 60′, Yun Il-Lok 69′, Ko Myong-Jin 93′; Kanouté 9′
Ammoniti: Lei Tenglong, Guerron
Espulsi: Adilson (87′); Kanouté (80′), Zhang Xinxin (90′)
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