Trevor Francis (Nottingham Forest), match-winner della finale di Coppa dei Campioni 1979

“Dicono che è meglio non incontrare i propri eroi. Ma io sono contento di aver potuto conoscere il mio: Trevor Francis era l’uomo più gentile, umile e spiritoso che potessi incontrare, sempre pronto a dare il suo tempo e i suoi consigli”. è il ricordo di Stan Collymore, ex centravanti di Nottingham Forest e della nazionale inglese.

Trevor Francis muore a Marbella, per infarto, nello stesso giorno in cui, negli Stati Uniti, scompare Chris Bart-Williams, un ex giocatore del Nottingham Forest, che per quattro stagioni aveva giocato sotto la guida di Francis nello Sheffield Wednesday.

Visione di gioco periferica, tecnica raffinata e un senso della posizione innato: Trevor Francis non era esattamente il tipico centravanti inglese degli anni 70-80, tutt’altro. Eppure, assieme a Kevin Keegan, Bryan Robson e Glenn Hoddle, è stato il giocatore simbolo dell’Inghilterra a cavallo delle due decadi.

Il suo nome resterà nella storia del calcio d’Oltremanica per vari motivi. Nel gennaio del 1979 diventa il primo calciatore britannico a oltrepassare il muro del milione di sterline, nel trasferimento dal Birmingham City ai campioni in carica del Nottingham Forest di Brian Clough. Il Forest, che nel 1977 ottiene la promozione nella massima serie e l’anno dopo conquista il campionato, punta su Francis per provare a completare un trittico da sogno con la conquista della Coppa dei Campioni alla prima partecipazione. Obiettivo raggiunto nella finale contro il Malmoe, quando gli uomini di Clough vincono di misura grazie al gol segnato proprio da Francis allo scadere del primo tempo, con un colpo di testa in tuffo su cross di Robertson sul palo più lontano. Coraggio, astuzia, abilità e tempismo: c’è tutto Francis nei movimenti che precedono la conclusione vincente. E’ il gol che decide la partita e chiude definitivamente la discussione se l’ex centravanti del Birmingham City valesse davvero quella cifra apparentemente spropositata.

In realtà Francis aveva già dimostrato di valere parecchio sin dalle prime apparizioni. Nel settembre 1970 esordisce col Birmingham City a 16 anni e 139 giorni: il più giovane della storia del club. Un record che verrà battuto solo nell’agosto 2019 da Jude Bellingham, attuale centrocampista del Real Madrid e della nazionale inglese. Ma nemmeno Bellingham può vantare una stagione d’esordio come quella di Francis: 15 gol nelle prime 15 partite. Alla fine saranno 133 in 329 apparizioni, prima di passare nel 1979 alla corte di Brian Clough. Nove anni di dedizione assoluta al Birmingham, intervallati dal prestito estivo al Detroit Express, nel campionato Usa della Nasl, un viale del tramonto dorato per campioni come Franz Beckenbauer, George Best o Rodney Marsh. Campionato fin troppo facile per un giocatore come Francis al top della carriera. Il bottino è di 22 gol in 20 partite.

A differenza di molti colleghi inglesi, Francis dimostrerà di sapersi adattare all’estero anche in campionati molto più competitivi. Anzi, in quello che negli anni Ottanta è il campionato numero uno al mondo: la serie A. Dopo la vittoria della nazionale italiana nel mondiale di Spagna 1982, in Italia arrivano stelle di prima grandezza. Trevor Francis è una di queste.

Il 12 settembre 1982 esordisce nel campionato italiano contro la Juventus con la maglia della Sampdoria, che lo schiera assieme all’astro nascente Roberto Mancini e all’ex regista juventino Liam Brady. Buona, anzi ottima, la prima di Francis, che conduce i blucerchiati al successo (1-0 gol di Ferroni) sui detentori dello scudetto, che assieme a cinque freschi campioni del mondo potevano schierare anche i neoacquisti Platini e Boniek (esordio amaro ampiamente riscattato da entrambi).

Con la maglia della Samp Francis mostra tutto il suo talento e conquisterà una Coppa Italia nel 1985 da capocannoniere (9 reti), ma i tanti, troppi, infortuni, ne limitano l’impatto e lasciano un senso di rammarico per quel che avrebbe potuto essere e non è stato, se non a sprazzi. Quello degli infortuni è un problema ricorrente: nel 1980 gli era costato il posto nel Forest nella seconda finale della Coppa Campioni e in nazionale negli Europei disputati in Italia.

Diego Maradona e Trevor Francis

Nel 1987 abbandona l’Italia per andare in Scozia a rinforzare i Glasgow Rangers, allenati da Graeme Souness, ex compagno di Francis alla Sampdoria, dove aveva sostituito Liam Brady passato all’Inter.

In Scozia vince la Coppa di Lega scozzese, cui seguirà nel 1991 la Coppa di Lega inglese con la maglia dello Sheffield Wednesday. Qui diventa player-manager con ottimi risultati, portando i biancoblu al terzo posto in campionato e a giocarsi le finali di FA Cup e di Coppa di Lega (perse entrambe contro l’Arsenal).

Nel 1994, all’età di 39 anni, si ritira dal calcio giocato e mantiene solo il ruolo di allenatore, guidando il Birmingham City nel 2001 alla finale di Coppa di Lega, anche questa persa, ai rigori contro il Liverpool di Gerard Houllier. LECHAMPIONS EUROPA

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