«Perdere una finale e segnare un autogol: è un brutto giorno per me. Ma il Chelsea ha meritato la vittoria». Per Steven Gerrard avrebbe potuto essere l’ultimo trofeo vinto col Liverpool. Rischia di essere il primo vinto col Chelsea.

Perché il capitano del Liverpool dopo una settimana in cui aveva negato ai suoi (attuali) compagni di squadra qualunque chance di vittoria in Champions league, ha reso possibile il primo successo dei suoi (quasi certamente) futuri allenatore e presidente. Un autogol a 10 minuti dalla fine, preceduto pochi istanti prima da un grossolano errore – a mezzo metro dalla linea di porta – che avrebbe significato il 2-0, sono il regalo di Gerrard alla sua prossima squadra. Per lui Abramovich ha messo sul piatto 50 milioni di sterline, impossibile dire no.

Ma il centrocapista dei Reds avrebbe voluto più di ogni altro sollevare da capitano la Carling cup. La coppa di Lega inglese («Non conta molto» diceva Mourinho prima della sfida col Liverpool) non ha la tradizione e il fascino della Fa cup né il prestigio della Premiership, ma garantisce l’accesso in Uefa. Per questo è più importante per le squadre di mezza classifiche che per le big. Ma la sfida tra reds e blues, celebrata nella splendida cornice del Millennium stadium di Cardiff, è stata all’altezza per emozioni e intensità di una finale di Champions league. Teoricamente, ma come visto Gerrard la pensa diversamente, potrebbe diventarlo.

Difficilmente potranno ripetersi le emozioni che sin dal 45° secondo del match hanno elettrizzato gli spettatori allo stadio e davanti alla tv: il sinistro al volo di John Arne Riise su cross di Morientes, verrà ricordato come il più veloce della competizione ma anche uno dei più belli di sempre. Sulla difesa di quella perla il Liverpool ha provato a costruire la prima vittoria della gestione Benitez. E tutto sembrava andare in quella direzione, grazie anche a un Jerzy Dudek che per la prima volta in tre anni ha mostrato a tutti perché Houllier l’aveva voluto tra i pali dei reds. Dopo tante incertezze e papere, finalmente una prestazione eccellente. Nulla ha potuto contro gli errori di mira del suo capitano che, come detto, ha prima graziato Cech e poi ha indirizzato con una zuccata maldestra una palla imprendibile nella propria porta. Quel gol, arrivato dieci minuti prima della terza sconfitta consecutiva in una settimana per il Chelsea di Mourinho, ha liberato il tecnico portoghese dal terrore di veder crollare la sua “invincible armada”. La sua esultanza, dito indice davanti alla bocca a zittire i tifosi del Liverpool dietro la panchina, gli è costata l’espulsione dal campo. Ma tutto fa personaggio e questo è quel Mourinho, che ha capito vizi e debolezze britanniche meglio di chiunque altro, cerca ossessivamente e fin troppo platealmente.

Stavolta gli è andata bene. Perché nei supplementari i suoi ragazzi hanno raggiunto il 3-1 grazie alle reti di Drogba e Kezman (potrebbe essere la fine della crisi per il bomber slavo) sufficienti a mettere in cassaforte la vittoria. Il gol del 2-3 di Antonio Nunez nel secondo tempo supplementare ha avuto solo l’effetto di rendere anche gli ultimi sette minuti elettrizanti come i 113 precedenti. Ma nulla più. La coppa è nelle mani di John Terry e compagni. Per Steven Gerrard non è ancora tempo. LECHAMPIONS EUROPA

Coppa di Lega inglese 2005 – Finale / Cardiff, Millennium Stadium

LIVERPOOL-CHELSEA 2-3 dts (1-0, 1-1)

Liverpool
: Jerzy Dudek, Jamie Carragher, Steve Finnan, Sami Hyypia, Djimi Traore (Igor Biscan), Steven Gerrard, Dietmar Hamann, Harry Kewell (Antonio Nunez), Luis Garcia, John Arne Riise, Fernando Morientes (Milan Baros). All. Rafa Benitez
Chelsea: Petr Cech, Ricardo Carvalho, William Gallas (Mateja Kezman), Renato Paulo Ferreira, John Terry, Joe Cole (Glen Johnson), Damien Duff, Jiri Jarosik (Eidur Gudjohnsen), Frank Lampard, Claude Makelele, Didier Drogba. All. Jose Mourinho

Arbitro: Bennett
Reti: 1′ Riise,113′ Nunez; 79′ Gerrard (autogol), 107′ Drogba, 112′ Kezman
Spettatori: 78.000

©LECHAMPIONS.it. Tutti i diritti riservati/All rights reserved.

, , , , ,