Dopo una stagione in coppa Uefa e a 18 anni dal famoso match disputato al Velodrome, il Milan di Leonardo fa visita all’Olympique di Deschamps nella prima giornata della fase a gironi.
L’incontro che il Milan si appresta a affrontare questa sera a casa dell’Olympique Marsiglia ha il fascino della storia e l’importanza dell’attualità per due squadre che a due decenni di distanza si trovano ad affrontare la competizione con ambizioni ben diverse da quelle di allora. L’OM di Chris Waddle e Abedi Pele era stata la squadra capace di mettere fine al dominio europeo del Milan di Sacchi. Sfide al massimo livello tra due squadre che erano davvero i pesi massimi della competizione.
Di quelle squadre è rimasto il ricordo. Il Milan è alle prese con avvio di stagione molto tribolato. Le scomesse Leonardo (in panchina) e Ronaldinho (in campo) per ora si stanno rivelando due azzardi. Il ridimensionamento del Milan era partito con la cessione di Kakà al Real Madrid e il via libera a Carlo Ancelotti direzione Chelsea. Due operazioni che suonavano come una certificazione del cambiamento in atto nella geografia del gotha del calcio europeo, al quale i rossoneri continuano ad appartenere in virtù di un blasone (anche recente) unico che rischia di essere però un fardello insopportabile per i protagonisti del nuovo corso che, obiettivamente, non sembrano all’altezza.
Non era questa la squadra con la quale i tifosi rossoneri speravano di far ritorno nella massima competizione europea, dopo un’annata mediocre: terzo posto in campionato, eliminati dal Werder Brema in coppa Uefa e dalla Lazio in coppa Italia. Per il ritorno dei rossoneri in Coppa, il sorteggio ha voluto lo scenario del Velodrome, che riporta alla mente sia uno dei Milan più forti di sempre (Baresi, Gullit, Van Basten, …) che il punto più basso e imbarazzante della storia ultrasecolare di questa società: qui il 20 marzo 1991 si disputava la gara di ritorno dei quarti di finale di Coppa Campioni. E dopo l’uno a uno nell’andata a San Siro, e l’1-0 per i transalpini in casa, col Milan incapace di mettere in difficoltà la squadra di Goethals, sul finire di gara entrava in campo Adriano Galliani, in versione Sceicco, per ritirare la squadra, sostenendo l’impossibilità di concludere la partita regolarmente per scarsa visibilità. L’appiglio era stato fornito da un guasto che aveva messo fuori uso alcune lampade dell’impianto di illuminazione. Sceneggiata disperata e pietosa per la quale i rossoneri vennero poi banditi in campo internazionale dall’Uefa per una stagione.
I problemi rossoneri adesso sono però ben altri. Dopo il mediocre avvio di campionato (una vittoria, un pari e una sconfitta), Leonardo spera di ritrovare gioco e motivazioni in una competizione che ha visto la sua squadra sempre assoluta protagonista. Il giovane allenatore brasiliano, che non sembra tagliato per il ruolo, non demorde e carica i suoi ragazzi: “Sarà decisivo l’approccio alla partita. L’OM è una squadra che aggredisce, attacca e corre tanto, con giocatori veloci e che davanti fanno molto movimento. Loro hanno diverse alternative tattiche e sono capaci di fare bene a livello collettivo. Ma questa competizione è nostra e dobbiamo onorarla. Per noi significa tanto. L’anno scorso ci è costato molto non farla, e anche per questo vogliamo dare il massimo quest’anno. In Champions League non ci sono regali, tanto meno in questo girone. Sarà una gara importante, ma non determinante”.
Nonostante Leo abbia fatto capire che Ronaldinho avrà ancora la sua chance, quasi sicuramente il brasiliano partirà dalla panchina per lasciare spazio a un centrocampo più solido con Pirlo in posizione avanzata, protetto dal trio di mediani Gattuso-Flamini-Ambrosini: “Gli interpreti possono variare ma ciò che è importante è l’organizzazione. Io cerco sempre di dare equilibrio alla mia squadra, senza che si sbilanci. Per stasera posso avere ancora due o tre dubbi ma sicuramente non sarà rivoluzionato il modo di giocare della squadra”. L’avanzamento di Pirlo sarebbe un’ammissione di debolezza di Leonardo che ha sempre visto il numero 21 come l’uomo ideale per avviare la manovra e più utile in quella posizione anziché in quella di rifinitore. Il cambiamento sarebbe la prova, anche agli occhi dei giocatori, che il tecnico brasiliano non ha la forza né la capacità di imporre la propria visione tattica.
Il tecnico dei transalpini Didier Deschamps conosce bene le motivazioni delle società italiane in Champions League e si mostra prudente: “Il Milan non me lo aspetto certo in difficoltà: ha gente abituata a giocare e vincere la Champions. Non credo a una squadra con incertezze o dubbi, toccherà piuttosto a noi metterli in difficoltà. Noi abbiamo voglia di arrivare il più lontano possibile. Però, obiettivamente, credo che il calcio italiano abbia mezzi economici molto superiori ai nostri. Le squadre italiane sono sempre molto difficili da affontare: sono quotidianamente sotto pressione, hanno la cultura della vittoria”. L’ex allenatore della Juventus chiude con una battuta: “Quella sera di diciotto anni fa gli è impressa nell’archivio dei ricordi e Galliani la ricorderà bene. E’ stato tanti anni fa e sono convinto che oggi tutto si giocherà solo sul campo. Comunque ho già controllato le luci dello spogliatoio…”. Occhi aperti. ECL
Olympique Marsiglia-Milan, Marsiglia Stadio Velodrome – Probabili formazioni
Marsiglia: Mandanda, Kaborè, Diawara, Heinze, Taiwo, Abriel, Lucho, Mbia, Cheyrou, Niang, Brandao. In panchina: Andrade, Bonnart, Hilton, Cissè, Valbuena, Ben Arfa, Morientes. All. Deschamps
Milan: Storari, Oddo, Nesta, Thiago Silva, Zambrotta, Gattuso, Ambrosini, Flamini, Pirlo, Inzaghi, Pato. In panchina: Dida, Kaladze, Jankulovski, Onyewu, Ronaldinho, Seedorf, Huntelaar. All. Leonardo
Le partite in programma stasera
Gruppo A
Juventus-Bordeaux
Maccabi Haifa-Bayern Monaco
Gruppo B
Wolfsburg-CSKA Mosca
Beşiktas-Manchester United
Gruppo C
Zurigo-Real Madrid
Olympique Marsiglia-Milan
Gruppo D
Chelsea-Porto
Atletico Madrid-Apoel
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