Richard Parry lascia il Liverpool dopo 13 anni. Si apprestava a far fuori Benitez e invece è lui fare i bagagli. Altro che Madrid, è questa la vera vittoria del tecnico spagnolo.

 Yossi Benyoun, eroe di MadridMai un attimo di tregua. La stagione 2008-09 è la negazione della tradizione che vuole il Liverpool football società di poche parole e molti fatti. Due giorni dopo il trionfo del Bernabeu sul Real Madrid, nell’andata degli ottavi di finale di Champions League, i reds sono – come abitudine quest’anno – nel caos più totale. Da un lato le voci sempre più insistenti che indicano Jose Mourinho come prossimo allenatore dei reds, facendo leva sulla sua antica passione per la squadra che fu allenata da Paisley e Shankly (l’ispiratore mai dichiarato del portoghese che, come lo scozzese, sa motivare giocatori e ambiente meglio di tutti).
Poi l’ennesima dichiarazione di fedeltà di Benitez che sfrutta le sirene del Real (dove ha allenato le giovanili) e per avere carta bianca dal duo americano Hicks-Gillett, a loro volta impegnati nel farsi la guerra, per fare fuori tutti i nemici interni ad Anfield. Ceduto e non rimpiazzato l’attaccante irlandese Robbie Keane dopo appena sei mesi, adesso è la volta di Richard Parry. L’amministratore delegato del Liverpool dopo 13 anni lascia la società (è prevista una transizione da qui a fine stagione) ed è anche questo un segno dell’accresciuto potere di Benitez che ha sempre considerato “Rick” come un ostacolo nelle operazioni di mercato. I pareggi che in campionato sono costati la testa della classifica stavano per costare la panchina allo spagnolo, ma la vittoria di mercoledì ha cambiato tutto ancora una volta. La tifoseria è perplessa di fronte al non gioco della squadra, incapace di vincere contro avversarie di metà classifica; e lo è ancora di più di fronte ai cambi di formazione e di ruolo operati dallo spagnolo. Ma la campagna di Champions, come nel 2005, potrebbe ancora una volta rappresentare l’ancora della salvezza per Benitez, autentico specialista nel far giocare male le squadre. Le proprie e quelle avversarie. Che resti a Liverpool o emigri altrove, per lui ci sarà ancora una panchina di prima grandezza. Sino a quando non ci saranno più vittorie insperate a mascherare il bluff. ECL

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