Sofferenza senza fine. Con il Cruz Azul in finale la delusione è assicurata anche quando vince.

Perché dopo aver condotto 2-0 sino a venti minuti dal termine i cinque volte campioni centroamericani sembravano destinati a ipotecare il primo trionfo dopo quattro tornei persi in finale nell’ultimo biennio. Invece il gol segnato da Damián Ariel Alvarez al 69′ tiene vive le speranze del Pachuca di conquistare la Concacaf Champions League 2010, infliggendo al Cruz Azul la seconda sconfitta in finale consecutiva dopo quella subita lo scorso anno dall’Atlante.

Nonostante il 2-0 maturato nei primi 24 minuti i Cementieri hanno confermato la loro sindrome da finale. I due gol sono infatti arrivati su regali della difesa ospite. Al 20′ Villa sfrutta una palla persa malamente da Gregorio Torres in un maldestro tentativo di retropassaggio trasformato in assist per l’avversario che si invola verso la porta per superare agevolmente Calero. Il disastro della retroguardia ospite è completato al 24′ da Carlos Rodrigues che mette a segno addirittura un autogol su cross di Biancucchi. Coi suoi sotto di due gol Rivarola al 32′ sostituisce a sorpresa Mendivil (capocannoniere del torneo con 9 reti) con Manso.

La mossa dell’allenatore argentino dà quasi subito i suoi frutti: un minuto prima del riposo il neoentrato mette Alvarez in condizione di accorciare le distanze, ma la conclusione ravvicinata viene neutralizzata da Corona. Ma l’innesto decisivo è quello di Juan Carlos Cacho che al 60′ prende il posto di Brambila, cambiando completamente l’inerzia della gara, ora controllata dagli ospiti.

L’atteggiamento guardingo dei padroni di casa, che allo stadio Azul non subiscono reti da sette gare, più che cinico è figlio della paura di vincere. E in questi casi ti va bene se non perdi. Al 69′ la pressione ospite dà i suoi risultati con Alvarez che conclude in rete un’azione nata su traversone di Martinez. Le cose si complicano ultriormente per la squadra di Meza dopo l’espulsione di Dominguez a dieci minuti dal termine. Paradossalmente l’inferiorità numerica libera i padroni di casa dalle loro paure e nei minuti di recupero sfiora per ben due volte il 3-1 con Villa e Cervantes.

Comprensibile la delusione di Mesa: “Non abbiamo giocato bene. I gol sono nati da errori della loro retroguardia e non siamo stati bravi neppure a gestire quel vantaggio. Se qualcuno pensa che aver vinto 2-1 significhi aver vinto la coppa, rischiamo di andare incontro a grosse delusioni”. Di stato d’animo opposto il collega Rivarola: “Il risultato non è quel che volevamo ma non è male. Questa è una sfida di 180 minuti e ne restano 90. Abbiamo giocato un grande secondo tempo, cosa che mi dà grande fiducia”. LECHAMPIONS AMERICA

Concacaf Champions League 2009-10 – Finale di andata / Città del Messico, Estadio Azul

CRUZ AZUL-PACHUCA 2-1 (2-0)

Cruz Azul: Corona, Lozano, Brown, Dominguez, Chavez (Castro dall’88’), Cervantes, Riveros, Gutierrez, Villa, Biancucchi (dal 67′ Villaluz), Orozco (dal 74′ Ortiz). Allenatore: Enrique Meza
Pachuca: Calero, Lopez, Rodriguez, Torres G. (dall’84’ Montes), Rojas, Alvarez, Martinez, Brambila (dal 60′ Cacho), Torres J., Mendivil (dal 32′ Manso), Benitez. Allenatore: Guillermo Rivarola

Arbitro: Archundia (Messico)

Reti: Villa al 20′, Rodriguez autogol al 24′; Alvarez al 69′
Espulso: Dominguez (al 79′)
Ammoniti: Villaluz; Lopez, Martinez, Brambila

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