Markus Rosenberg (Malmoe)
Markus Rosenberg (Malmoe)

L’urna di Monaco ha regalato alla Juventus un sorteggio accettabile: Atletico, Olympiakos e Malmö. I campioni di Spagna e vice-campioni d’Europa sono una squadra temibile, ormai realtà consolidata del palcoscenico continentale. I campioni di Grecia sono ospiti fissi della Champions, e negli anni hanno dimostrato di essere una squadra tosta, difficile da superare. Il vaso di coccio dovrebbe essere il Malmö: i campioni di Svezia ritornano alla massima competizione europea dopo anni di sofferenza e anonimato. Il club biancoceleste è la squadra più rappresentativa del campionato svedese insieme al Goteborg, eterno rivale, la seconda in ordine di titoli vinti (a quota 17, dietro agli acerrimi nemici a quota 18).

Soprattutto vanta una storia d’eccezione. Faro di un Paese all’avanguardia, la prima denominazione del Malmö fu quella di Bk Idrott. Correva il 1905 e, per volere della municipalità, una società venne fondata per incoraggiare i giovani della città a giocare a calcio in modo organizzato. La Svezia usciva da un periodo storico complicato: la dissoluzione della “Union” con la Norvegia (1905) aveva portato irrequietezza e dubbi circa il posto occupato dagli svedesi all’interno delle intricate relazioni diplomatiche scandinave. La Norvegia, quasi 100 anni prima (1814) era stata schiacciata dalla forza militare di Stoccolma: a livello economico, e in termini di commercio e industria, i norvegesi erano lo stato scandinavo più sviluppato. La dissoluzione del 1905 aveva portato ad un rimpasto dal punto di vista economico-sociale, all’aumento della disoccupazione, e a un’emigrazione di ritorno di molti cittadini svedesi dalla Norvegia. L’iniziativa della municipalità di Malmö non era dettata solo dai fini sportivi; era anche un modo per dare delle prospettive e speranze alle nuove generazioni svedesi. Quest’iniziativa, figlia di una congiuntura storica particolare, ha portato alla nascita del club. Nel 1910 dieci membri del BK Idrott fondarono il Malmö FF: il primo presidente fu il mitico Werner Martensson.

Il Malmö, come dicevamo, vanta numerosi trofei: oltre ai 17 titoli di campione di Svezia, gli “Himmelsblatt” (blu cielo), hanno vinto 14 coppe di Svezia e una Supercoppa nazionale. Il periodo più vincente resta quello degli anni Sessanta- Settanta: dal 1965 al 1980, il Malmö ha vinto 7 campionati (“Allsvenskan”) e 7 coppe nazionali. Il momento più alto della storia del Malmö è stato raggiunto nel 1979: la squadra, allora allenata da Bob Houghton, raggiunse la finale della Coppa dei Campioni. Il Malmö, squadra fantastica, guidata saldamente in panchina dall’inglese che aveva portato in Svezia un’idea di calcio offensivo fatto di pressing e attacco collettivo, poteva essere considerata come una piccola nazionale. Gran parte dell’ossatura della selezione scandinava era in campo quella sera del 30 maggio 1979 all’Olympiastadion di Monaco di Baviera: su tutti ricordiamo il grande capitano Staffan Tapper, centrocampista dai piedi buoni, e il suo compagno di reparto, Robert Prytz, vecchia conoscenza del calcio italiano (ha giocato per l’Atalanta e per il Verona a cavallo degli anni ’80/’90).

Il Malmö lottò, quasi alla pari, con una delle squadre più forti della storia della Coppa dei Campioni (sebbene si tratti dell’unica squadra europea ad aver vinto più Coppe dei Campioni che campionati nazionali): il Nottingham Forest, capace di vincere due edizioni di fila della competizione, quelle del ’78/’79 e del ’79/’80. La squadra inglese, guidata da Brian Clough in panchina, vantava tra le sue fila giocatori del calibro di Peter Shilton, Trevor Francis, Tony Woodcock e l’immarcabile funambolo scozzese, John Robertson. Per il Malmö niente da fare: un gol di Francis allo scadere del primo tempo dà la coppa al Forest. Ma la finale conquistata nel ’79 resterà il più grande traguardo europeo raggiunto dal club.

Gli anni ’80 regaleranno altri due titoli, sotto la guida di un giovanissimo Roy Hodgson, attuale ct dell’Inghilterra. Seguirà il periodo più buio della storia del club. Negli anni ’90 infatti, la squadra non vinse alcun titolo, surclassata dai rivali del Goteborg e dalla prepotente ascesa dell’Helsingborgs. Per tornare alla vittoria bisognerà aspettare il 2004, con l’arrivo in panchina del pluri-titolato allenatore Tom Prahl. Negli anni la primavera del Malmö è stata capace di sfornare grandi giocatori: tra i tanti ricordiamo Erik Nilsson, difensore della Svezia anni 40-50, campione olimpico a Londra ’48 e vice-campione del Mondo in patria (Svezia ’50); Bo Larsson, indimenticato bomber anni ’70, tre volte capocannoniere del campionato, pluri-campione di Svezia e autore di 17 gol in 70 presenze con la selezione scandinava; Jonas Thern, giocatore ben conosciuto in Italia per aver militato nelle fila di Napoli e Roma, forte centrocampista; e, dulcis in fundo, Zlatan Ibrahimovic.

Attualmente in testa al campionato, guidato dal capitano Markus Rosenberg, attaccante d’esperienza che ha girato mezza Europa, e sostenuto dalla classe di un centrocampo dai piedi buoni in cui spiccano i nomi del giovane Fosberg e di Molins, sicuramente il Malmö può essere considerato come “underdog” in un gruppo di fuoco come quello della Juve. Per entusiasmo e storia gli svedesi sono comunque da non sottovalutare. Gli “sky blues” potrebbero ricoprire il ruolo di guastafeste in un gruppo per loro, in apparenza, proibitivo. LECHAMPIONS EUROPA

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